Ci sarà il nostro documento al VI congresso del Prc
Sono stati così accettati con le firme del Cpn il documento Bertinotti “ l’Alternativa di Societa” (73 firme), dell’Ernesto “Essere Comunisti” (32), di Progetto Comunista “Per un Progetto Comunista”(9) di Erre “Un’altra Rifondazione è possibile” (7).
A questi va aggiunto il documento della nostra area “Rompere con Prodi, preparare l’alternativa operaia” che essendo firmato da due soli compagni al Cpn (il sottoscritto e il compagno Bellotti) è stato accettato grazie alla sottoscrizione di 770 iscritti al partito.
Diversi emendamenti al documento di maggioranza sono stati presentati da Aurelio Crippa e dai compagni dell’Ernesto. Sono stati tutti respinti all’interno della maggioranza, ma mentre il compagno Crippa ha deciso ugualmente di sottoscrivere il documento Bertinotti, come si è detto, l’Ernesto ha presentato un documento alternativo.
Il regolamento
Dopo la presentazione dei documenti e la sottoscrizione si è svolta la sessione sul regolamento. Rispetto al vecchio congresso sono stati introdotti alcuni cambiamenti di rilievo.
In primo luogo sono state inserite le fascie orarie nella votazione (2 ore prima delle conclusioni generali del congresso). Si tratta di un passo indietro rispetto al precedente congresso dove era previsto il voto per appello nominale (che limita i “cammellaggi” e favorisce la partecipazione degli iscritti al dibattito).
Sono state inoltre abolite le liste distinte all’interno dello stesso documento e alzate le soglie per le liste aperte (30% invece del 15% dell’intera platea congressuale). Questo riduce i diritti degli iscritti, perché se nell’elezione dei delegati e dei dirigenti le commissioni elettorali commettono delle ingiustizie sul piano della rappresentanza è praticamente impossibile contrastarle nel plenario.
Inoltre nel testo conclusivo è stata tolta, con un colpo di mano dell’ultima ora, la norma che garantiva il diritto di replica ai presentatori dei documenti nei congressi di circolo. Continueremo a batterci nella commissione nazionale per il congresso perché questo diritto venga consentito, almeno su richiesta in quanto non è esplicitamente negato dal regolamento ed è impensabile che una discussione seria possa essere gestita senza conclusioni, per quanto brevi.
Dall’altra parte il regolamento prevede delle norme positive che tutelano le minoranze e la pari dignità per tutti i documenti nazionali (diritto ad essere stampati in unica pubblicazione su Liberazione, ad essere presentati in tutti i Comitati politici federali e nei congressi di circolo, ecc.). Per questa ragione tenendo conto dell’insieme abbiamo deciso di astenerci e di non votare contro il regolamento.
Il congresso per problemi tecnico-organizzativi si farà sugli iscritti del 2004, avranno diritto di voto coloro che sono già iscritti o si iscriveranno al partito entro il 20 dicembre 2004. Gli iscritti nel 2005 avranno diritto di parola ma non di voto.
Il 4 e 5 dicembre si terrà a Milano l’assemblea nazionale della nostra mozione e nel corso del mese di dicembre ci saranno le presentazioni locali del documento in quasi tutte le federazioni d’Italia (per maggiori informazioni sulle iniziative clicca qui)
La raccolta di firme
Le firme di adesione al nostro documento sono state raccolte nel giro di due settimane in 51 federazioni del partito. La mobilitazione è stata straordinaria e superiore ad ogni più rosea aspettativa. Il clima di appoggio e simpatia verso il nostro documento era palpabile. Abbiamo rotto gli schemi e questo certamente ha contribuito a rafforzare la solidarietà anche tra quei compagni che non erano sulle nostre posizioni e che in molti casi continueranno a non esserlo.
Tutto questo non nasce spontaneamente, ma è il frutto di una battaglia e di una strategia che perseguiamo da molti anni; non è un caso infatti che esista una norma che prevede la possibilità di presentare documenti nazionali raccogliendo firme tra i militanti. Questa norma era stata approvata allo scorso congresso su iniziativa della nostra area che l’aveva proposta in commissione regolamento incontrando un consenso in altri settori del partito.
Ringraziamo le compagne e i compagni che si sono mobilitati in modo eccezionale per raggiungere questo obiettivo, e coloro che pur non condividendo tutte le nostre posizioni ci hanno dato un’adesione democratica.
È la prima volta nella storia del partito che un documento sorge dalla base, è questo è un evento in sé, anche se su questo terreno non siamo disposti a fare alcun tipo di demagogia. Altri si permettono di fare del “basismo” avendone meno motivi di noi (ad esempio i compagni del Cpn di Erre che insistono nel dire che loro non propongono ma “aderiscono” a una mozione che è stata promossa da militanti di base).
La realtà è che nel congresso si confrontano posizioni politiche diverse che esistono nel partito (nella base come nel vertice) e non c’è un documento di base che lotta contro quelli che vengono dal gruppo dirigente.
Invitiamo tutti i compagni a rifuggire da questo tipo di argomentazioni che abbassano il livello della discussione che è precisamente l’opposto di quanto ci proponiamo in questa campagna congressuale. Non vogliamo voti facili, vogliamo alzare il livello politico e di comprensione di tutto il partito a partire dalla nostra area.
È evidente a tutti che un risultato del genere è stato possibile solo perché a raccogliere le firme c’era un’area ben organizzata che nel giro di 9 giorni aveva già raccolto le 500 firme necessarie.
A differenza di altri (ad esempio Progetto Comunista) non ci richiamiamo solo idealmente ai metodi bolscevichi ma ci sforziamo di applicarli nell’attività quotidiana. Si tratta di una nostra vittoria, ma anche di una vittoria della democrazia e del centralismo allo stesso tempo. Della democrazia perché abbiamo praticato un diritto che esisteva solo sulla carta e che nessuno nel movimento operaio aveva mai utilizzato prima d’ora (con l’eccezione della Bandoli nel congresso dei Ds recente), del centralismo perché senza una gestione centrale sarebbe stato impossibile raccogliere tante firme in così poco tempo.
Si dimostra ancora una volta nella pratica che in fondo la concezione “novecentesca” del partito non è poi così malvagia e da buttar via e che la democrazia può essere perfettamente coniugata con il centralismo e l’efficienza organizzativa. Non solo, quando questo non avviene nel migliore dei casi a prevalere è il burocratismo (magari temperato da concezioni anarchiche pseudo-movimentiste) che è quanto abbamo visto affermarsi in questi anni nel nostro partito.
A tutti i nostri sostenitori l’unica cosa che possiamo chiedere è di continuare la campagna congressuale così come l’abbiamo iniziata.
Avanti così, per il futuro del partito e del movimento operaio, la classe che rappresentiamo e che vogliamo continuare a rappresentare, battendoci contro gli accordi sciagurati con le forze borghesi proposti dalla maggioranza del partito.
26 novembre 2004.