No a Casapound né a Trento né altrove - Falcemartello

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Dopo due anni di attività dell’organizzazione giovanile Blocco studentesco a Trento, fatta di poca propaganda e frequenti attacchi a studenti e militanti di sinistra, non c’era dubbio che i fascisti avrebbero tentato di rafforzare la loro presenza in città. Infatti, ecco arrivare l’annuncio dell’apertura di una sede di Casapound nel quartiere di Madonna Bianca, per sabato 9 novembre. Salutato subito calorosamente da una parte delle istituzioni, sindaco compreso, l’annuncio ha scosso profondamente la popolazione, principalmente quella del quartiere, realtà periferica, proletaria e soprattutto a composizione multietnica.

Nei giorni precedenti all’apertura, c’è stato un acceso dibattito nella sinistra su come contrastare i fascisti: sono state indette diverse assemblee per definire l’intervento, cercando di coordinare la mobilitazione. Ancora una volta però l’opportunità di creare un fronte unico antifascista è sfumata a causa del protagonismo di alcune strutture, dell’assenza di un dialogo con le organizzazioni sindacali e per l’assenza nel dibattito di una progetto politico chiaro di opposizione ai fascisti. La mobilitazione del 9 ha sofferto della divisione tra le forze messe in campo: il corteo principale, composto da alcune centinaia di persone, tra cui studenti, anarchici, militanti del centro sociale e del Prc, ha marciato per la città fino a giungere nei pressi della sede, militarizzata e difesa da un cordone di forze di polizia, mentre i sindacati confederali hanno invece preferito contrapporre alla mobilitazione di piazza un “sit-in democratico” con le associazioni e alcuni rappresentanti delle istituzioni.

In questi giorni si stanno moltiplicando le iniziative contro Casapound, con una larga partecipazione della popolazione, animata da vivo spirito antifascista e dal forte disprezzo verso questa organizzazione e le sue provocazioni.

La nostra proposta è rivolta alla costruzione di un comitato che riunisca tutte le forze e le espressioni di antifascismo militante del territorio, che si renda protagonista di una forte campagna, a partire dalle scuole e dalle università, dove questi soggetti hanno già mostrato di voler seminare, e che coinvolga i luoghi di lavoro e gli ambienti sindacali. Alla mobilitazione degli antifascisti deve necessariamente unirsi quella del movimento operaio, unica forza che può mettere in campo le forze necessarie per sbaragliare i fascisti una volta per tutte. è su queste basi che si deve dar vita ad una mobilitazione di massa contro i fascisti e coloro che li proteggono. In questa battaglia noi saremo sempre in prima linea.