Il compagno Lal Khan è stato in Italia dal 29 novembre al 4 dicembre per tenere diverse assemblee sulla guerra in Afghanistan e raccontarci del difficile lavoro svolto dai sindacati di classe in Pakistan.
La campagna del Ptudc in Italia si inseriva in una campagna europea alla quale hanno dato la loro adesione dirigenti del movimento operaio come Marcelino Camacho e Tony Benn.
Direttore della Asian Marxist Review e segretario internazionale
della Pakistan Trade Union Defence Campaign
Le rivoluzioni dell’Asia centrale
Afghanistan, Pakistan, Iran
A cavallo tra novembre e dicembre abbiamo promosso una serie di assemblee con il compagno Lal Khan, che intervistiamo qui nel tentativo di approfondire la conoscenza dei movimenti rivoluzionari nei paesi dell’Asia centro-meridionale e le prospettive per quell’area.
Nelle assemblee in cui sei intervenuto hai parlato più volte delle tradizioni rivoluzionarie del Pakistan.
La guerra e i limiti della potenza americana
L’entrata dell’Alleanza del Nord a Kabul e l’apparente disgregazione dell’esercito talebano hanno suscitato l’entusiasmo delle Borse mondiali. La guerra è a una svolta, e sembrerebbe vicina alla soluzione. Ora più che mai è invece necessario saper guardare oltre le apparenze per capire chi sono i reali vincitori in questa prima fase dello scontro, e come mutano i rapporti di forza.
Solidarietà con i lavoratori e i
sindacati pakistani!
"In questi tempi difficili, il PTDUC fa appello ai sindacalisti, agli attivisti politici e ai lavoratori in generale affinché esprimano apertamente la loro solidarietà a questa campagna. Facciamo appello ai nostri compagni in Europa e in tutto il mondo perché ci appoggino in tutti i modi a loro possibili mentre siamo sottoposti a così tanti tipi di attacchi in quella vera e propria guerra che è la guerra di classe. Crediamo al motto che dice "un attacco a uno è un attacco a tutti noi". Mostriamo ai fondamentalisti, agli imperialisti, ai padroni, ai dittatori, ai governanti civili e militari, ai capitalisti e agli oppressori che quando i lavoratori si uniscono e avanzano come classe nessuna forza al mondo può fermarli. La vittoria della classe operaia è l’unica garanzia che si possa porre fine alle brutalità del fondamentalismo e alle atrocità dell’imperialismo. Dobbiamo mostrare che i lavoratori di tutti i paesi potranno e sapranno unirsi ed emancipare l’umanità. Non abbiamo nulla da perdere se non le nostre catene… abbiamo un mondo da conquistare"