Esquerda Marxista, la sezione brasiliana della TMI, ha recentemente tenuto il proprio congresso nazionale durante il quale, tra le altre cose, è stata discussa e approvata la necessità di un nuovo orientamento per raggiungere i settori più avanzati della classe operaia e della gioventù. Riportiamo qui un breve resoconto di ciò che il Comitato Centrale ha proposto al congresso.
dal sito di Esquerda marxista
Il congresso nazionale di Esquerda Marxista (Sinistra Marxista) si è tenuto il 20 e 21 aprile scorsi. In vari stati del paese assemblee plenarie regionali hanno eletto i delegati e discusso il documento politico presentato dal Comitato Centrale dell’organizzazione.
Questo congresso si svolge in una situazione politica eccezionale in Brasile e nel mondo, tale da richiedere un approfondimento della nostra analisi e l’adozione di nuove tattiche per intervenire nella lotta di classe. Questo è il succo del documento presentato dal CC, e in questo articolo ci concentriamo sui punti chiave.
Il congresso approva la proposta del Comitato centrale |
Ciò che caratterizza l’attuale situazione politica è la crisi del capitalismo, che porta con sé l’instabilità di tutti i governi che tentano di salvare questo sistema. In ogni angolo del mondo, soprattutto dal 2011 in poi, abbiamo visto esplodere mobilitazioni di massa tra i lavoratori e i giovani. La Primavera araba, il movimento Occupy e le grandi manifestazioni contro il razzismo e la violenza della polizia negli USA, il movimento degli Indignados e gli scioperi generali in Spagna, come anche in Portogallo, Italia, Francia, Gran Bretagna ecc... In Grecia sono stati proclamati più di 30 scioperi generali dal 2008 ad oggi. Questa è la dimostrazione della volontà del proletariato mondiale di reagire agli attacchi e lottare per la conquista di condizioni migliori, contro l’oppressione e lo sfruttamento capitalistici.
Ora, da tutto questo dobbiamo trarre delle conclusioni, come proposto dal documento del CC. La prima è che queste grandi mobilitazioni non hanno trovato un canale di espressione all’interno dei partiti tradizionali della classe operaia, come invece avveniva in passato. All’interno di queste organizzazioni non sono nate correnti di sinistra; al contrario, questi partiti sono rimasti ossificati e nella maggior parte dei casi si sono addirittura spostati a destra, processo che ha coinvolto praticamente tutte le tendenze al loro interno, e per questo hanno perso contatto con le forze vive della società.
La seconda conclusione, che discende dalla prima, è che la classe operaia sta cercando di riorganizzarsi attraverso nuove espressioni indipendenti. Gli esempi più evidenti sono, in quest’ultimo periodo, la crescita e la vittoria di Syriza in Grecia e l’ascesa di Podemos in Spagna. Nonostante i limiti e i tentennamenti delle rispettive direzioni, questi partiti sono riusciti a coinvolgere concretamente settori significativi delle masse, grazie a contenuti di sinistra e alla disfatta delle organizzazioni tradizionali della classe operaia. Questo fermento globale si è espresso in Brasile con il movimento di massa del giugno 2013, seguito dall’esordio degli scioperi di massa nel 2014 e alla fine si è riflesso nelle elezioni del 2014.
Al contempo, a causa della sottomissione e della codardia della direzione del PT, i settori più reazionari della classe dominante si sono sentiti liberi di portare avanti i propri attacchi contro il partito stesso e contro l’intero movimento dei lavoratori. Il presidente è stato minacciato di morte da Bolsonaro (un deputato di destra) e il partito non ha mosso un dito al riguardo. Le sedi del PT sono state prese di mira e perquisite dalla polizia. Per non citare la farsa del “processo delle indennità mensili” (il caso mensalao) che ha visto dirigenti condannati senza alcuna prova e senza alcuna reazione significativa da parte della direzione del partito.
Il partito è incapace di organizzare una mobilitazione di piazza a causa delle politiche che sta portando avanti. La direzione del PT con le proprie politiche di collaborazione di classe genera solo confusione nella base e permette alla destra di riorganizzarsi.
Ciononostante la classe lavoratrice non è stata messa in un angolo o sconfitta, al contrario, sta tirando fuori tutta la propria voglia di lottare. È ciò che dimostrano lo sciopero dei lavoratori della Volkswagen, della Mercedes e della General Motors, lo sciopero degli insegnanti del Paranà, quello degli spazzini e tutti gli scioperi che continuano ad essere proclamati quest’anno in tutto il Paese.
Dilma Rousseff e la direzione del PT stanno mettendo in atto una truffa post-elettorale e il governo si sta spostando sempre più a destra. Trovandosi a dover fronteggiare una sfilza di mobilitazioni della piccola borghesia e della classe media, guidate da Rede Globo, il governo si allinea sempre di più con il Grande Capitale.
Lula, in una riunione plenaria del partito a San Paolo, il 31 marzo, ha difeso la Rousseff e la sua politica di “riforme d’austerity” sostenendo con orgoglio che nel 2003 “io ho realizzato una riforma ben più drastica di questa”. Chi si fosse aspettato una reazione dalla platea non ha potuto che rimanere frustrato. Non si è levata nessuna voce contro i decreti 664 e 665, che liquidano i sindacati e le tutele sociali, neppure da parte del presidente della CUT (la principale confederazione sindacale, ndt), che formalmente aveva preso posizione contro queste misure.
Dobbiamo riconoscere che i settori più avanzati di sinistra hanno abbandonato il PT e che la rottura del partito con la propria base sociale, la classe lavoratrice, si è fatta sempre più profonda. La gioventù si è allontanata dal partito già molto tempo fa. Il governo sta affondando e il partito sta cercando di giocarsela con false prospettive, riforme politiche, riforme di copertura, fronti esteri come l’Uruguay, ecc...
La realtà è che la direzione sta distruggendo il partito e all’interno del PT non ci sono vere reazioni significative. Nessuna. È ormai un corpo politico moribondo. In queste condizione, il CC di Esquerda Marxista ha deciso di proporre al congresso nazionale l’uscita della nostra tendenza dal PT. Oggi i migliori militanti della classe operaia e della gioventù sono fuori da questo partito. Il PT ha preso la strada del Pasok greco e del Partito Socialista Francese, solo per citarne alcuni. Non c’è più niente da fare al suo interno. Questo cambiamento d’orientamento apre la possibilità di un passo avanti nella costruzione di Esquerda Marxista ed è stato accolto con molto entusiasmo dai compagni e dai simpatizzanti.
Come prospettiva immediata proponiamo la costruzione di un Fronte di Sinistra, come strumento per intervenire nella lotta di classe contro il governo e contro i padroni. L’appello che lanciamo è volto ad unire gruppi, organizzazioni, movimenti e attivisti che sono rimasti fedeli alla lotta di classe e alla lotta per il socialismo.
Un fronte del genere non ha niente a che vedere con le istituzione marce sostenute dal PT, ma cerca l’unità dei lavoratori e dei giovani nel combattere per un mondo nuovo libero dall’oppressione capitalista, un mondo socialista. Unisciti a noi in questa battaglia!