Si è svolto l’8 e il 9 marzo a Trento il congresso dei lavoratori del commercio. Potendo partecipare come invitato ho avuto l’opportunità di assistere a un congresso eccezionale.
Un congresso dove il documento La Cgil che vogliamo ha prevalso con l’80%.
La categoria come in tutto il paese è insediata in uno dei settori più precari del capitalismo. Il tanto decantato turismo, una delle principali risorse della provincia, per migliaia di lavoratori è soprattutto sinonimo di sfruttamento tanto quanto per i lavoratori della grande e piccola distribuzione.
Diritti negati, tentativi di peggioramento delle condizioni di lavoro e salariali, continui attacchi delle aziende attraverso licenziamenti politici verso i delegati più attivi (l’ultimo proprio il giorno dopo il congresso alla Coop), questo è il pane quotidiano.
Una Filcams sempre sotto l’attacco dei padroni e spesso, purtroppo, ostacolata dalla stessa Cgil.
In questo contesto si sono svolti i congressi di base, dove la maggioranza, partita con l’obbiettivo di ridimensionare questa importante esperienza, non si è risparmiata nel voler schiacciare chi viene considerato un problema anzichè una risorsa. A oggi pende ancora un ricorso approvato nella commissione di garanzia locale che ha annullato, ingiustamente, un congresso dove 47 lavoratori si sono espressi regolarmente.
Obiettivo fallito, la Filcams di Trento c’è. Ed è proprio questo spirito che ha caratterizzato tutto il congresso.
Apertosi con la relazione del segretario uscente, poi riconfermato, è seguito il momento dedicato alla giornata della donna ricordata non con vuote e spesso ipocrite celebrazioni ma con la “giornata mondiale della donna”.
La compagna Liliana Carizzo (dell’associazione 24 marzo) ha portato la propria esperienza di donna che a causa delle sue idee ha pagato con la prigione e la tortura nell’Argentina dei militari nel 1974. Una storia, quella di Liliana, che sicuramente ha dato un segno diverso ad una giornata come quella dell’8 marzo.
Il poco spazio a disposizione non permette di entrare nei particolari, molto materiale è reperibile sul blog Filcams Cgil del trentino.
Si sono alternati 18 interventi tra cui quello della rappresentante della segreteria confederale che, dopo aver assolto i sindacati da ogni responsabilità nel peggioramento delle condizioni dei lavoratori in questi decenni, ha poi fatto appello, ora che il congresso è finito, di mettere da parte i conflitti, non rinunciando però di ricordare che lo Statuto permette sì il dissenso ma che questo deve rimanere circoscritto al dibattito all’interno dei gruppi dirigenti. Per la serie chi ha orecchie per intendere intenda.
Al segretario confederale hanno risposto tanti delegati con esempi, denunce e riflessioni, ed è questo il vero patrimonio di questa Filcams.
Col sacrificio negli anni è stata costruita una categoria che pur con tanti limiti è capace di contrattare, formare nuovi attivisti e quando serve mettere in piedi lotte. Un grazie ancora a tutte quelle compagne e compagni che hanno sacrificato tempo libero, affetti familiari, soldi e ferie per rendere tutto ciò possibile.