I supermercati del gruppo Conad hanno indetto una raccolta punti molto particolare: “Insieme per la scuola”, iniziativa ideata per fornire materiale didattico e attrezzature alle scuole. Beneficenza gratuita?
A ben guardare, nel regolamento si specifica che “Il progetto si inserisce nel quadro delle attività di progettazione di reperimento risorse del CO.GE”, cioè un gruppo di lavoro ministeriale che sviluppa modelli di autofinanziamento per le scuole. Ossia, il Ministero dell’istruzione delega la raccolta fondi per il diritto allo studio alla raccolta punti di un supermercato.
Perché di raccolta punti si tratta: per ogni 10 euro di spesa in uno dei supermercati Conad, si riceverà un pacchetto di figurine Disney con all’interno un buono “Insieme per la scuola”. Portando abbastanza buoni al proprio dirigente scolastico, si potranno ordinare i premi e regalare alla scuola fotocopiatrici, materiale didattico e tutto quanto dovrebbe essere fornito dallo Stato ad un istituto pubblico!
In sintesi, quando un preside non riceve fondi può decidere di iscriversi a questo concorso a premi: si invitano caldamente gli alunni a fare la spesa alla Conad, in caso contrario la scuola chiuderà. E il Ministero dell’istruzione non ha nulla in contrario, anzi!
Parlando di figurine di Topolino, inoltre, ricordiamo la vicenda della fabbrica tessile Tazreen, in Bangladesh, che produceva abbigliamento pro-prio per la Disney, distrutta nel 2012 da un incendio in cui persero la vita 125 operai.
Ecco gli effetti dello smantellamento del diritto allo studio: istituti e università stanno chiudendo a causa delle politiche di austerità.
Cosa ci riserverà, invece, il futuro? Forse una borsa di studio a chi completa per primo l’album di Paperino? La chiamano meritocrazia, ma è facile vedere la realtà dietro alla maschera: una spietata selezione degli studenti su base economica.
Chi non può permettersi il costo dei libri, può sempre partecipare alla lotteria. La vera alternativa, però, è lottare contro questo sistema: per un reale diritto allo studio, anziché affidarci alla fortuna noi, preferiamo la lotta di classe.