Dall’8 all’11 novembre si è tenuta a Milano la Conferenza nazionale sulla famiglia organizzata dal governo. Tirato un sospiro di sollievo quando Berlusconi ha ritirato la sua presenza per l’imbarazzo dovuto alle ultime vicende personali con le escort di turno, tutti i partecipanti, da Napolitano col suo messaggio, ai ministri presenti, agli esponenti dell’intellighentia cattolica, si sono potuti scatenare in un’orgia oscurantista!
Come crociati all’attacco, non hanno risparmiato niente e nessuno, anche il progresso scientifico è stato sottoposto a critica perchè “scienza e biotecnologie” tolgono “il diritto di nascere all’interno di una comunità d’amore, con una identità certa paterna e materna”, come ha spiegato Giovanardi. Parafrasando, il sistema patriarcale non solo viene rivendicato ma rilanciato su un piano ancora più reazionario: la famiglia infatti oltre ad essere garante della certezza della trasmissione dell’eredità genetica (e non solo) è anche a tutela di chi ancora deve nascere, anzi per essere precisi di chi ancora deve essere concepito. Sì, perchè il fine ultimo delle relazioni familiari è uno: la procreazione. Così, passando dall’impianto ideologico tracciato da Giovanardi a quello più concreto delle politiche a suo sostegno, il ministro del welfare Sacconi promette aiuti solo alle “coppie sposate e orientate alla procreazione”.
Fa presto il Pd a gridare allo scandalo (“dovrebbero vergognarsi” ha detto Livia Turco) se poi il principio che muove la cosiddetta opposizione parlamentare sul tema, è esattamente lo stesso: che si parli di “quoziente familiare”, “fattore familiare” o “sistema fiscale amico della famiglia”, la logica è quella degli aiuti nei confronti dell’istituzione famiglia in quanto tale, e quindi della compensazione della mancanza di uno stato sociale decente con elemosine di sgravi fiscali e due lire di sussidi per le famiglie meno agiate (e non sempre, visto che spesso il sistema dei sussidi avvantaggia le famiglie con un solo reddito, ma alto!). Guai a chi si lamenta se poi deve comprare la carta igienica per la scuola del figlio!
Non ha dovuto fare quindi un grande sforzi di perspicacia Napolitano quando ha definito la famiglia “una straordinaria risorsa per l’intera collettività”. L’unica cosa davvero straordinaria è il carico di lavoro domestico e di cura dei figli e degli anziani che cade sulle spalle delle donne, mentre l’istruzione e la sanità pubbliche vengono demolite dai tagli. “Compiti molteplici e talora gravosi”, come li definisce Fini il cui “assolvimento” (da cui non si scappa) si può sostenere con “misure e provvedimenti mirati”; a Fini però non basta che la famiglia venga considerata solo “come ammortizzatore sociale” e ne rivendica il ruolo di “risorsa morale” e “modello di convivenza”. Anche su questo ci permettiamo di dire che non ci sono molti sforzi da fare: come marxisti pensiamo che in ogni epoca storica il sistema delle relazioni interpersonali e le istituzioni in cui queste si sviluppano è determinato dai rapporti di produzione e fin quando continuerà ad esistere il capitalismo come sistema basato sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, in cui la famiglia tradizionale è a sua volta un ambito di oppressione e sfruttamento, non ci sarà piena libertà di vivere le relazioni personali al di fuori dei modelli che il sistema stesso ci impone...Fini può stare tranquillo che i modelli familiari prevalenti sia consoni a questo sistema..almeno per ora...
L’indignazione contro questa ennesima provocazione deve infatti incanalarsi nella lotta per uno stato sociale degno di questo nome, con un sistema di asili, scuole, lavanderie e strutture sanitarie pubbliche, che rovesci le condizioni materiali che fanno dello sfruttamento del lavoro domestico un perno delle relazioni familiari. Solo così si può squarciare l’ipocrisia con cui i problemi delle famiglie operaie vengono strumentalizzati da governo, chiesa e padroni.