In Grecia come in tanti altri paesi europei c'è tantissima passione per gli sport di squadra, in particolare il calcio ed il basket. Questa grande passione ha fatto si che negli anni il tifo per la propria squadra del cuore diventasse un aspetto fondamentale della società greca, praticamente chiunque (sopratutto fra i giovani) è un tifoso.
Quindi le tifoserie possono vantare una grande partecipazione popolare, con stadi sempre stracolmi e grande seguito anche al di fuori della città dove gioca la squadra in questione. Questa grande partecipazione alle sorti delle varie squadre ha permesso la nascita di gruppi di “tifosi da curva” (i cosiddetti ultrà) molto grandi, gruppi che contano il seguito di migliaia di persone e che sono stati protagonisti delle grandi rivalità presenti fra le squadre elleniche. Chiaramente proprio perché cosi partecipato e di massa il tifo è prevalentemente “popolare” cioè composto da proletari e sottoproletari o comunque da elementi provenienti dagli strati più oppressi e poveri della società greca.
Questo elemento negli anni ha prodotto forti contraddizioni, infatti la storia dello sport greco ricorda moltissimi episodi in cui la passione per i propri colori degenerava in scontri durissimi fra tifoserie avverse con morti e feriti, in molti gruppi si sfruttava il desiderio di ribellarsi al sistema e la frustrazione per le difficoltà di una vita da oppressi di molti giovani per scatenare violente faide fra tifosi o degenerare in fenomeni di criminalità pura e semplice. D'altro canto però questa grande partecipazione popolare a fatto si che le tifoserie fossero strettamente partecipi dei destini delle classi oppresse della Grecia, in particolare in una fase come questa di grande lotta sociale. Infatti i ragazzi che ogni domenica accorrono allo stadio per tifare sono gli stessi che ogni giorno provano sulla loro pelle gli effetti dell'austerity e delle politiche di macelleria sociale portate avanti in questi anni dai vari governi che si sono succeduti, e sono anche gli stessi che stanno cominciando (o nel caso di alcuni hanno cominciato qualche anno fa) a lottare per cambiare il sistema economico e sociale che li opprime.
Questo si è visto innanzitutto in quelle tifoserie storicamente di sinistra come quella dell'AEK Atene, basti pensare che il tifo per questa squadra ha il suo maggiore radicamento nel quartiere universitario di Exarchia e che il principale gruppo della curva dell'AEK gli Original21 sono stati in prima linea nelle proteste dopo l'assassinio del giovane Alexis Grigoropoulos per mano della polizia nel 2008 e da allora partecipano attivamente alla lotta sia nelle varie manifestazioni sia facendo propaganda politica dentro lo stadio.
Anche la curva del Paok Salonicco si è da subito schierata a fianco delle proteste contro l'austerity organizzando la partecipazione alle principali manifestazioni e facendo propaganda contro il governo di unità nazionale. Questo vale anche per tifoserie di squadre “minori” come l'AEL di Larissa o l'OFI di Creta.
Chiaramente gli stadi riflettono le contraddizioni che ci sono nella società e possono evolversi assecondando il mutamento dei rapporti di forza nella società stessa. Dimostrazione di questo è quanto accaduto nelle tifoserie più grandi della Grecia cioè quelle del Panathinaikos Atene e dell'Olympiakos Pireo (in realtà nonostante faccia comune a se stante il Pireo è una parte della città di Atene). Tradizionalmente sin dalla dittatura dei Colonnelli il Panathinaikos è la squadra di destra e conservatrice della città, mentre l'Olympiakos è quella di sinistra e progressista. Negli anni con l'arretrare delle forze di sinistra nella società greca entrambe le tifoserie vennero egemonizzate da gruppi neofascisti, basti pensare ai Mad Boys del Panathinaikos responsabili di tantissime violenze o al fatto che il Gate 7 , lo storico gruppo dell'Olympiakos, era controllato da Ladopoulos leader del maggior movimento neonazista del paese. Da notare che i vertici dei gruppi mentre da un lato mandavano i sottoposti a massacrarsi a vicenda allo stadio e in città dall'altro non perdevano occasione per fare affari criminali usando le posizioni di prestigio conquistate, i fascisti collaborando per tutto un periodo ad Atene gestivano lo spaccio di droga,il racket, l'usura ecc in pieno stile mafioso, il tutto ampiamente documentato da indagini della magistratura. Significativo anche un episodio del 2000 in cui 3 ultrà del Panathinaikos bruciarono la macchina proprio di Ladopoulos e i suoi soci fascisti dei Mad Boys per farsi perdonare pestarono a sangue i tre autori del gesto e li lasciarono come segno di pace davanti alla sede del Gate 7.
Ma tutto questo sta cambiando radicalmente negli ultimi anni,infatti due tifoserie che contano milioni di tifosi non potevano non essere attraversate dal vento di lotta che soffia in Grecia. Da un lato la curva dell' Olympiakos si è ripulita dai fascisti e sono tornate a sventolare le bandiere Rosse e quelle con la faccia del Che Guevara, oltre alla partecipazione degli Ultrà ai picchetti e alle proteste dei portuali del Pireo. Mentre fra i tifosi del Panathinaikos si è fatta largo una nuova generazione che ha preso in mano il Gate 13 ,cioè il gruppo storico della curva, dando seguito ad una serie di iniziative antifasciste e antirazziste, lottando prima contro i fascisti dei Mad Boys e poi contro i loro eredi degli Ultras Athens e schierandosi a favore delle proteste contro il governo di unità nazionale. Il marxismo insegna che una dei sintomi di una fase pre rivoluzionaria è la polarizzazione tra le classi e lo spostamento a sinistra delle masse proletarie, uno dei riflessi di questo fenomeno più complessivo è proprio lo spostamento a sinistra delle curve e degli ultrà che seguono tutta la loro classe di appartenenza.
Come recita uno slogan dei tifosi del Paok Salonicco:
“La miccia dell’esplosione sociale si è gia bruciata.”