Tsipras ha annunciato martedì scorso che l'ex ministro dell'Interno di Nuova democrazia tra il 2004 e il 2009, Prokopis Pavlopoulos, sarebbe stato il candidato proposto dal governo alla Presidenza della Repubblica.
Pavlopoulos, che ha precise responsabilità nella morte di Alexis Grigoropoulos, il ragazzo di 15 anni ucciso dalla polizia nel dicembre del 2008, è stato eletto ieri presidente. Solo una deputata di Syriza non ha votato a favore, mentre i deputati del Kke si sono astenuti.
Di seguito la dichiarazione della Tendenza comunista di Syriza a riguardo.
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La scelta di candidare l'ex ministro di Nuova Democrazia, Prokopis Pavlopoulos, per la Presidenza della repubblica, insieme alla scelta di formare una coalizione per il partito borghese dei Greci indipendenti, evidenzia la concezione errata e dannosa della necessità della collaborazione di classe e della riconciliazione della classe lavoratrice con l'ala presuntamente progressista della borghesia, basata sulla logica dei patti tra i vertici dei partiti.
Questo approccio della direzione del partito, che spiega i significativi passi indietro compiuti negli ultimi giorni (aver poticipato la chiusura del fondo statale per le privatizzazioni, la riconciliazione con i principali azionisti delle banche, ecc), aldilà di quali siano le intenzioni, mina alle fondamenta la promessa fatta dal governo di tener fede ai propri impegni elettorali.
Nessuno si dovrebbe dimenticare che, in circostanze speciali, il Presidente della Repubblica greca ha i poteri costituzionali di convocare le elezioni. Dunque presentare un candidato di destra che resterebbe in carica per i prossimi cinque anni è, da parte della direzione di Syriza, una scelta politica scriteriata e del tutto pericolosa.
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