Sabato 27 settembre si è tenuto il direttivo nazionale della Cgil convocato per decidere le prime iniziative in opposizione al disegno di legge sulla precarieta Jobs Act del governo Renzi.
Pubblichiamo l'intervento del compagno Mario Iavazzi e la dichiarazione di voto contraria al documento finale, presentato dalla segretaria generale Susanna Camusso, che ha fatto a nome dell'area Il sindacato è un'altra cosa-opposizione Cgil.
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L'intervento di Mario Iavazzi
Parto da alcuni elementi positivi emersi dalla relazione della segretaria generale: in primo luogo l'orientamento verso un'iniziativa autonoma da parte della Cgil. Diciamo le cose come stanno: alla decisione dell'ultimo Direttivo Nazionale di proporre a Cisl e Uil di mobilitarsi unitariamente, probabilmente, non credeva nemmeno chi l'ha proposta. E' clamoroso che nel dibattito, più mediatico che altro purtroppo, che si è aperto tra Renzi e la Cgil i segretari di Cisl e Uil si siano prodigati a criticare entrambi, come se fossero due galli in un pollaio, come se le questioni non fossero di grande importanza per le condizioni di lavoro e di vita di milioni di persone. Altro è il senso di straordinarietà, la cui definizione è stata data a questa fase dalla Camusso e che condivido.
Tanti sono, però, gli aspetti proposti dalla relazione che non condivido. Innanzitutto la disponibilità dichiarata a discutere su “come si accede nel mercato del lavoro” e quindi a discutere del jobs act e a discutere di contratto unico a tutele crescenti o a modificare lo Statuto dei Lavoratori. Come se non sapessimo che l'orientamento convinto di governo e padroni è quello di distruggere i diritti conquistati in passato. La posizione sul contratto unico è scorretta. Ci si lamenta costantemente della frammentarietà del mondo del lavoro e poi si accetta l'idea di dividere ulteriormente i lavoratori tra chi ha tutele e chi non ne ha.
Ci vorrebbe piuttosto una piattaforma chiara, con rivendicazioni in grado di recuperare quanto perso in questi anni dai lavoratori, altro che “proposte” per sederci al tavolo del governo. Dovremmo dire che lo Statuto dei Lavoratori e l'art. 18 non si toccano e che, anzi, vanno estesi. Dovremmo chiedere ai lavoratori di lottare per cancellare tutte le tipologie contrattuali che hanno precarizzato il lavoro e per abrogare la legge Fornero, dovremmo chiedere con forza il rinnovo dei contratti nazionali scaduto da subito, a partire da quello dei dipendenti pubblici e della scuola, dovremmo lanciare la mobilitazione contro le politiche economiche ed industriali dei padroni e contro il governo che le promuove.
A proposito, è stato detto dalla Camusso che Renzi è un provocatore. No, non sono provocazioni quelle di Renzi, sono parte di un programma contro il Sindacato, per cancellare definitivamente il Sindacato, quello contrattuale e conflittuale, per rompere con qualsiasi forma di Sindacato di classe che abbiamo conosciuto.
Si teme che la difesa dell'articolo 18 e dello Statuto dei Lavoratori possa limitare il campo dei soggetti che vogliamo rappresentare, magari sull'onda delle accuse di essere dei conservatori. Ricordo la manifestazione oceanico del 23 marzo 2002, a proposito di manifestazioni di sabato, che fu in grado, oltre che di fermare allora quell’attacco, di coinvolgere chiunque, compresi tante precari e disoccupati che vedevano quella come una battaglia campale non per dei presunti garantiti ma per il presente e il futuro di tutti i lavoratori.
Infine ritengo un grosso errore limitarsi a convocare la manifestazione nazionale del 25 Ottobre e non dichiarare anche lo Sciopero Generale. La manifestazione nazionale ha un senso nella misura in cui sia solo l'inizio. La proclamazione dello Sciopero Generale darebbe il senso che la Cgil vuole fare sul serio, che questa volta non scherza, darebbe un senso alla stessa manifestazione, la decisione di non proclamare lo sciopero e di considerarlo solo un'ipotesi lontana rischia di trasformare questa “mobilitazione” in una mobilitazione che non c'è.
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La dichiarazione di voto
Riteniamo che il documento presentato dalla Segretaria Generale sia del tutto insoddisfacente per diverse ragioni.
Verifichiamo che non si perde l'occasione per far riferimento all'accordo interconfederale del 10 Gennaio. Prima di me il compagno Nicolosi ha dichiarato il voto a favore del documento. Notiamo che tanti compagni di questo Direttivo che nel recente passato hanno dichiarato la propria contrarietà a quel protocollo oggi se ne dimenticano completamente.
La piattaforma che si presenta è assolutamente inadeguata. L'apertura che si fa sul contratto a tutele crescenti e l'allungamento del periodo di prova è pericolosa e negativa.
Infine lanciare una mobilitazione senza proclamare uno sciopero generale è come ritenere che non si debba lottare seriamente. È assurdo che la Camusso dica che minacciare già adesso uno sciopero è smobilitante. È esattamente il contrario. Noi non crediamo si debba minacciarlo, ma indirlo.
Per tutte questa ragioni, a nome delle compagne e dei compagni de IL SINDACATO E' UN'ALTRA COSA voteremo contro il documento politico.