“Ed è bizzarro che la natura ci costringa a rimpiangere le azioni che più accanitamente abbiamo cercato” (Antonio e Cleopatra di W. Shakespeare, atto v, scena I).
Non c’è niente di bizzarro invece che gli stessi uomini politici, imprenditori e amministratori che hanno creato il disastro “naturale” ora versino lacrime di coccodrillo.
La situazione difficile della sinistra italiana induce spesso a guardare alle vicende estere con un misto di ingenuità e provincialismo, ed è un peccato perché l’internazionalismo significa semmai studiare con attenzione le lezioni della lotta di classe negli altri Paesi, convinti come siamo che le contraddizioni fondamentali del sistema capitalistico abbiano un carattere mondiale.
Evidentemente anche la fantasia e la creatività di lorsignori è in via di esaurimento. Dopo le definizioni altisonanti e gli inglesismi utilizzati in questi anni oggi si ritorna alla parola stabilità, tanto auspicata dalla trojka europea, dalle banche e dalla classe dominante del belpaese.
L’aumento della repressione contro il movimento NoTav (denunce, perquisizioni, decreti legge) e l’incessante campagna di provocazione retta da giornalisti e politici di regime non cadono dal cielo. Il governo, per bocca del Ministro degli interni Alfano, vuole ristabilire “l’autorità dello Stato” in Valsusa e sconfiggere una lotta da tempo punto di riferimento nazionale per chi si batte contro le devastazioni ambientali ed anche per tanti giovani la cui rabbia e voglia di riscatto non è sempre riuscita a trovare un’espressione sui propri luoghi di studio o di lavoro.
L'editoriale del nuovo numero di FalceMartello
Enrico Letta incassa un voto di fiducia ancora più ampio di quello ottenuto al suo insediamento, la crisi di governo si conclude con la ritirata di Berlusconi, la Borsa segna indici positivi e la borghesia festeggia.
La crisi politica italiana si è risolta, dunque? Niente affatto.
L’ultima tragedia di Lampedusa, per le proporzioni e le modalità del disastro, ha provocato un generale senso di indignazione oltre alle parole ipocrite e ai piagnistei vergognosi della classe dirigente della politica italiana, vera complice e mandante di queste disgrazie.
La MOZIONE DUE al Nono congresso del Partito della rifondazione comunista
Con la riunione del Comitato politico nazionale del 21-22 settembre è stato aperto il percorso del IX Congresso del Partito della Rifondazione comunista, la cui assise nazionale si svolgerà dal 6 all'8 dicembre prossimi.
Al CPN sono state illustrata due bozze di mozione, la prima presentata dal presidente della commissione politica Fabio Amato, la seconda dal compagno Claudio Bellotti, intitolata "Sinistra, classe, rivoluzione. Per un nuovo inizio".