L'editoriale del nuovo numero di FalceMartello
Un minuto di silenzio. Questo è quanto valgono le vittime del terremoto in Emilia nella parata militare del 2 giugno. Sessanta secondi e poi via, alla sfilata dei soldati e dei mezzi corazzati, in maniera “sobria”, ci assicura il presidente della Repubblica. Sobrietà che comunque è costata quattro milioni di euro.
Cronaca semiseria di una direzione nazionale
Volendo rappresentare la linea di Rifondazione Comunista di questi tempi, potremmo utilizzare l’immagine del giocatore d’azzardo che punta su tutti i numeri della roulette. Quel giocatore ha una sola certezza. Perderà poco alla volta ma è sicuro che perderà.
Le elezioni in Francia e in Grecia rappresentano un cambiamento fondamentale nella situazione. La crisi del capitalismo europeo è entrata in una fase nuova e turbolenta. Un clima di rabbia sta diffondendosi in tutta Europa.
Il risultato delle amministrative del 6-7 maggio è buon testimone dei rapidi cambiamenti in atto in tutta Europa (e quindi anche in Italia), se si guarda alla profondità dello scossone che ha determinato una consultazione elettorale che, in definitiva, interessava ventitre comuni capoluogo di provincia più alcune decine di altre città.
I risultati delle elezioni greche sono una chiara espressione della radicalizzazione crescente nella società ellenica, sulla base dell’impasse creato dalla crisi del capitalismo. Segnano una sconfitta storica per le forze politiche che hanno appoggiato le misure economiche imposte dalla trojka. La Grecia si muove a grandi passi verso una situazione rivoluzionaria.
La manifestazione nazionale organizzata il 31 marzo scorso a Milano dal comitato No Debito ha avuto sicuramente un esito positivo, di cui abbiamo già riferito sul nostro sito. Si impone pertanto una discussione seria e senza ipocrisie sulla futura iniziativa del comitato e delle forze che gli hanno dato vita.
L'editoriale del nuovo di Falcemartello
I salari più bassi d’Europa: le retribuzioni rispetto all’aumento dell’inflazione non vanno così male dal 1983 (anno di inizio della ricostruzione delle serie storiche), ci illustra l’Istat.
Le pensioni più basse d’Europa: sempre l’Istituto di statistica ci racconta che due milioni e mezzo di anziani vivono con meno di 500 euro al mese. Altri quattro milioni non arrivano ai mille euro.