Noi sappiamo “da che parte stare”
Sabato 23 maggio 2009 migliaia di lavoratori immigrati e italiani, giovani, attivisti sindacali e della sinistra hanno attraversato Milano per protestare contro l'approvazione del Pacchetto sicurezza e contro la crisi.
Lo slogan della manifestazione, “Da che parte stare”, non lasciava dubbi sull'intenzione della manifestazione: quella di creare un confine netto e chiaro contro le politiche razziste del governo, volte a scaricare sugli immigrati i costi della crisi economica e sui lavoratori italiani il veleno del razzismo.
Il Pacchetto sicurezza santifica quanto già approvato dalla Bossi-Fini e corona il sogno della borghesia italiana di avere manodopera a basso costo sempre disponibile con la possibilità di sbarazzarsi dei lavoratori immigrati in eccesso. Infatti il perno attorno a cui ruota il Pacchetto di Maroni è l'introduzione del reato di immigrazione clandestina: se con la Bossi-Fini poteva avere il permesso solo l'immigrato con contratto di lavoro, con il Pacchetto sicurezza viene considerato delinquente, e quindi da incarcerare nei Cie (Centri di Identificazione ed Espulsione, l'aggiornamento dei Cpt, in cui è prevista una detenzione fino a sei mesi), qualunque immigrato privo di permesso e quindi disoccupato.
La manifestazione di sabato ha dimostrato che c'è un settore crescente di lavoratori immigrati che si sta orientando alla Cgil e che si sta politicizzando: gli spezzoni combattivi di lavoratori immigrati sotto le bandiere del sindacato erano diversi e dimostrano la strada verso cui bisogna indirizzarsi. Come Giovani Comunisti di Milano abbiamo partecipato con uno spezzone combattivo all'interno dello spezzone del Prc e con uno striscione che recitava: “Contro il razzismo dei padroni, la nostra lotta senza confini”, a rimarcare ancora una volta come l'unica lotta in grado di estendere i diritti per gli immigrati sia la lotta di classe, basata non sulla generica solidarietà ma sul legame di classe tra lavoratori italiani e immigrati. Slogan, volantini e l'aiuto dei lavoratori immigrati del Prc di Torino hanno caratterizzato la nostra presenza lungo tutto il corteo, tutta impostata a stimolare la discussione su come proseguire questa lotta.
Sono molti i giovani immigrati che nel prossimo periodo potrebbero politicizzarsi, spinti dagli attacchi brutali della destra. Il compito dei comunisti è organizzarli e strapparli dall'abbraccio mortale delle comunità religiose, non casualmente assenti in questa manifestazione nazionale a differenza di quanto fatto durante le manifestazioni contro l'eccidio a Gaza.
Un’altro grande assente dalla manifestazione, e non ci sorprende, è stato il Partito Democratico.
Il gazebo del Pd, incrociato dal corteo verso la fine della manifestazione, è stato duramente contestato non solo per le l'accondiscendenza verso i rimpatri forzati di Fassino e Franceschini, ma anche per il dispiegamento di forze dell'ordine a difesa del gazebo.
Non c'è che dire: il Pd chiede l'aiuto della polizia per farsi “difendere” dai lavoratori immigrati. Noi, che siamo sempre stati e sempre saremo con i lavoratori immigrati, sappiamo invece “da che parte stare”.