Sabato 20 novembre si è svolto a Milano un corteo a sostegno della lotta degli immigrati contro la sanatoria truffa del governo Berlusconi. La manifestazione è partita proprio dalla torre di via Imbonati, sulla quale dal 6 novembre tre immigrati sono asserragliati per protesta.
Un'immagine del corteo |
Malgrado la pioggia, tra immigrati e italiani in duemila hanno sfilato per le vie del quartiere attorno alla torre. Nonostante tutti gli attacchi del vice-sindaco Decorato (che ha parlato addirittura di “ricatto alla città”), la Destra non è riuscita ad isolare questa mobilitazione.
Il corteo è stato promosso dal Comitato Immigrati di Milano, che da tre settimane da vita 24 ore su 24 ad un presidio permanente a sostegno dei loro compagni sulla torre, ma ha visto l’adesione di numerose realtà sindacali e politiche. C
’era un spezzone della CUB, ma anche striscioni della FIOM e della CGIL. C’era la rete anti-razzista, ma anche la Federazione della Sinistra. Presenti anche i Giovani Comunisti di Milano che hanno intonato uno slogan dopo l’altro sull’unità tra la lotta degli studenti e quella degli immigrati.
Ma lo spezzone più numeroso e significativo era quello che si trovava in testa al corteo, quello completamente autorganizzato dagli immigrati del comitato.
L’organizzazione era perfetta, con un grande cordone che garantiva di evitare qualsiasi incidente.
Ma all’interno del cordone c’erano un entusiasmo e una vivacità incredibili. In continuazione slogan molto semplici, ma molto chiari per far capire a tutti le ragioni della lotta: “Sanatoria truffa!”, “Permesso di soggiorno per tutti!” e “Abbiamo già pagato, basta pagare!”. Ma non mancavano nemmeno slogan contro la Lega, Decorato e Berlusconi. Ci sono stati comizi volanti ed è stata suonata “Bella ciao”.
Una manifestazione così nel quartiere non la si era davvero mai vista. E il successo di questa iniziativa è stato importante per mostrare il sostegno della città agli immigrati che tengono duro al presidio e sulla torre nonostante il freddo e la pioggia, per rivendicare il loro diritto a vivere con dignità alla luce del sole.
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