Grecia - L’ora delle decisioni
Alan Woods analizza il braccio di ferro tra il governo di Atene e il capitalismo europeo dopo più di un mese dalla vittoria elettorale di Syriza e delinea le sfide che il proletariato e la gioventù greca ha di fronte.
Alan Woods analizza il braccio di ferro tra il governo di Atene e il capitalismo europeo dopo più di un mese dalla vittoria elettorale di Syriza e delinea le sfide che il proletariato e la gioventù greca ha di fronte.
Mentre una nuova serie di attacchi terroristici si dipana con frequenza sempre maggiore , la minaccia del terrorismo islamico fondamentalista sembra essere ormai fuori dal controllo della classe dominante, del loro stato e del loro sistema. Le dichiarazioni altezzose della élite politica che invita a stringere le fila contro il "terrorismo" e a favore dell' "unità nazionale" hanno dimostrato di essere assurdità vanagloriose e inganni ipocriti.
Il Ministero francese dell’educazione nazionale ha censito almeno duecento episodi di contestazione del minuto di silenzio imposto dallo Stato l’8 gennaio per commemorare in tutte le scuole elementari e medie il massacro della redazione di Charlie Hebdo. In quaranta di questi episodi insegnanti e presidi hanno segnalato degli studenti alla polizia o direttamente alle autorità giudiziarie.
India
Dal 6 al 10 Gennaio 2015 500mila minatori dell’industria statale del carbone hanno scioperato in India contro il tentativo del governo di privatizzare le miniere. Lo sciopero è stato indetto dalla All Indian Trade Union Confederation (Aituc), la principale confederazione sindacale indiana, e sostenuto da tutti i maggiori sindacati.
“Europei patriottici contro l’islamizzazione dell’Occidente”, questo il significato dell’acronimo Pegida, il movimento razzista nato quest’autunno in Germania rivendicando la chiusura delle frontiere, con la “tassazione dell’immigrazione” e una “politica di espulsioni”, “tolleranza zero contro gli immigrati passibili di reato” e la “preservazione e protezione dell’identità della cultura occidentale ebraico-cristiana”.
L’eroica e vittoriosa resistenza delle milizie curdo-siriane di sinistra dell’Ypg (Unità di protezione del popolo) e dell’Yia (Unità di protezione della donna) ha scritto un capitolo storico nella lotta contro il fondamentalismo islamico e per la causa nazionale curda. Le immagini delle guerrigliere dell’Yia e le bandiere curde con la stella rossa che sventolano su Kobane al posto della bandiera nera dell’Isis sono un incoraggiamento per tutti gli oppressi nel mondo. Per la seconda volta in meno di un anno, dopo i fatti di Sinjar nell’estate 2014, la resistenza curda ha sconfitto sul campo i tagliagole dell’Isis, nonostante la complicità della Turchia coi fondamentalisti, le armi pesanti ricevute da questi fino a poco tempo fa dall’occidente, la forza materiale del quasi-Stato costruito dall’Isis e la calcolata passività dei gangster reazionari come Barzani, al potere nella regione autonoma curda in territorio iracheno.
La vittoria di Syriza in Grecia sta avendo un effetto in tutta Europa. Sette anni di crisi economica hanno cambiato le abitudini e la mentalità di milioni di persone, avendo enormi effetti non solo sulla coscienza ma anche sul movimento operaio e sulle sue organizzazioni.