ROMA – Matteo Renzi, con quella faccia da amico imbranato di Richie Cunningham in Happy days, ha imparato in fretta a fare il furbo e sa quando deve far finta di non aver capito, quando lui non c’era e se c’era dormiva, oppure quando invece deve mantenere le antenne dritte su quello che succede intorno a lui.
Si distrae quando passano le norme che semplificano gli appalti al massimo ribasso (all’insegna della massima insicurezza per i lavoratori), fa “er finto tonto”quando il Consiglio dei ministri prova a salvare gli evasori che non rubano poi così tanto; si scoccia se qualcuno prova a chiedergli conto degli scandali che hanno travolto ogni singola pietra posata per Expo 2015 (tanto la colpa è dei musicisti della Cgil che non vogliono suonare la Turandot il primo maggio), però sui vigili urbani che non hanno lavorato a Capodanno vuole andare fino in fondo, dicendo che questa proprio non gli è andata giù! Pochi che siano, qualcuno deve pagare!
È partita allora l’azione della Procura di Roma che, norme del codice penale (tradizionalmente usate per l’anti-terrorismo) alla mano, si è presentata da tre vigili urbani di Roma e, con l’accusa di truffa e induzione a delinquere, ha passato al setaccio uffici e abitazioni, portando via telefoni cellulari e computer sui quali trovare le prove della diserzione organizzata a Capodanno! Una iniziativa che si aggiunge agli accertamenti già partiti su ogni singolo certificato medico inviato, nonostante la percentuale di malati a Capodanno 2015 fosse sotto il dieci per cento, in linea con gli anni precedenti.
La vergognosa manovra orchestrata nei confronti dei vigili urbani – attacco mediatico, siluri di Renzi, iniziativa della Procura – serve a preparare al meglio il terreno per attaccare tutti i dipendenti pubblici.
Repubblica e Corriere della sera insistono, un giorno sì e l’altro pure, su un devastante piano di privatizzazioni e licenziamenti da portare avanti in tutto ciò che ancora vi è di rintracciabile, in questo paese, alla voce settore pubblico. I vigili messi alla berlina, mediatica e giudiziaria, servono per far sembrare questa ennesima operazione di attacco frontale ai lavoratori, come una provvidenziale opera di giustizia: la loro.