5 dicembre 1922
1. Applicazione delle risoluzioni del Terzo congresso
Il quarto congresso mondiale afferma innanzitutto che le risoluzioni del terzo congresso relative a:
1) La crisi economica mondiale e i compiti dell’Inter nazionale comunista e
2) La tattica dell’Internazionale comunista sono state completamente confermate nel corso degli avvenimenti e dallo sviluppo del movimento operaio nel periodo intercorso fra il terzo e il quarto congresso.
In Inghilterra non esiste ancora un partito comunista, ma c’è tra gli operai un movimento nuovo, ampio, potente, che si sviluppa con rapidità che giustifica le migliori speranze; ci sono alcuni partiti e alcune organizzazioni politiche (Partito socialista britannico, Partito socialista laburista, Lega socialista del Galles del sud, Federazione operaia socialista) che desiderano creare un partito comunista e che, a tale scopo, sono già in trattative tra loro. Nel settimanale The worker’s dreadnought (v. VI, n. 48, 21 febbraio 1920), organo dell’ultima tra le organizzazioni citate sopra, appare un articolo della sua direttrice, compagna Sylvia Pankhurst, intitolato Verso un partito comunista. L’articolo espone l’andamento dei negoziati tra le quattro organizzazioni menzionate sopra per la costituzione di un partito comunista unico sulla base dell’adesione alla III Internazionale, del riconoscimento del sistema sovietico, in luogo del parlamentarismo, e della dittatura del proletariato. Risulta che uno degli ostacoli principali alla creazione immediata di un partito comunista unico è costituito dai dissensi sul problema della partecipazione al parlamento e dell’adesione del nuovo partito comunista al vecchio partito laburista, corporativo, composto prevalentemente di trade unions, opportunistico e socialsciovinistico. La Federazione operaia socialista e il Partito socialista laburista* si pronunciano contro la partecipazione alle elezioni parlamentari e al parlamento, contro l’adesione al partito laburista, dissentendo in merito dalla totalità o dalla maggioranza dei membri del Partito socialista britannico, che, ai loro occhi, rappresenta l’“ala destra dei partiti comunisti” in Inghilterra (p. 5 del citato articolo di Sylvia Pankhurst).
L’estremismo, malattia infantile del comunismo venne scritto da Lenin nell’aprile del 1920, in vista del dibattito che si apriva nei partiti comunisti verso il II Congresso dell’Internazionale comunista (estate 1920).
È uscita una nuova edizione dell’Estremismo, malattia infantile del comunismo. Questo testo classico di Lenin, scritto nel 1920, da tempo era quasi impossibile da reperire. Vogliamo quindi con questa iniziativa editoriale contribuire a riempire un vuoto, proseguendo nel nostro sforzo volto a rendere disponibili testi classici del marxismo che riteniamo imprescindibili per la formazione di una nuova generazione di militanti.
Il capitalismo in un vicolo cieco
Nel periodo che va dal 1948 al 1973/4 abbiamo assistito a un’esplosione senza precedenti di innovazioni industriali e tecnologiche. Ma i grandi successi del sistema capitalistico si stanno ora trasformando nel loro opposto. Mentre scriviamo esistono ufficialmente 22 milioni di disoccupati nei paesi capitalisti avanzati dell’Ocse, senza considerare le centinaia di milioni di disoccupati e sottoccupati distribuiti tra Africa, Asia e America Latina. Questa non è la disoccupazione ciclica temporanea del passato; è un’ulcera cronica che divora le viscere della società. Come una spaventosa epidemia affligge anche settori della società che fino a poco tempo fa si ritenevano al sicuro.
Il fatto che il nostro pensiero soggettivo e il mondo oggettivo
sono sottoposti alle stesse leggi e quindi, anche,
che in ultima analisi non si possono contraddire
l’un l’altro nei propri risultati, ma essi devono
piuttosto coincidere, governa completamente
il nostro pensiero teoretico nel suo complesso
(Engels).