In un momento di grande confusione e disorientamento in vasti strati della classe operaia a della sinistra in generale, la pubblicazione del libro Russia: dalla Rivoluzione alla controrivoluzione è estremamente opportuna. Questo è un ottimo esempio dell’assoluta validità del pensiero rivoluzionario marxista. A prescindere da quelle imperfezioni, lacune o errori che qualcuno possa attribuire al marxismo, è un fatto che nessun’altra metodologia o dottrina conosciuta sinora possegga la necessaria precisione e chiarezza di analisi e d’interpretazione per spiegare gli eventi storici che stiamo osservando, soprattutto nell’ex-Unione Sovietica e negli altri paesi dove è esistito un regime di proprietà statale dei mezzi di produzione, ma anche, naturalmente, negli Stati capitalisti.
Da più di cento anni i capitalisti e i loro apologeti tentano, senza successo, di minare e seppellire il marxismo. Ma questa campagna incessante non fa che dimostrarne la straordinaria vitalità e il dinamismo rivoluzionario.
Ovviamente è difficile immaginarsi un’occasione migliore di quella colta dai nemici della classe lavoratrice e dai difensori del libero mercato, quando si associarono alla più grande menzogna del XX secolo, quella di Josif Vissarionovic Dzhugashvili (Stalin) che usava le parole "socialista" e "comunista" per descrivere lo Stato operaio degenerato e deformato; in quello Stato, come risultato della sanguinosa controrivoluzione stalinista, la proprietà statale dei mezzi di produzione coincideva con il totalitarismo burocratico.
La presente opera ci fa capire la straordinaria ricchezza e profondità del materialismo dialettico che coglie i processi storici e socioeconomici in transizione, consentendoci di avvicinarci alla loro viva dinamica senza farci ingannare da immagini erratiche e statiche della realtà. La profonda conoscenza dell’autore della teoria marxista, e particolarmente del pensiero e delle opere di Lev Trotskij, spicca dalla pagina scritta. Una tale conoscenza è il frutto di una lunga vita tenacemente dedicata allo studio meticoloso del marxismo sia nella teoria che nella pratica di ogni giorno.
Ted Grant espone nei dettagli i grandi contributi dati al marxismo dal rivoluzionario russo Lev Trotskij - specialmente la sua meticolosa analisi e interpretazione del regime bonapartista burocratico dello stalinismo - e mostra come la tesi di Trotskij sostenuta ne La rivoluzione tradita più di mezzo secolo fa è in completo accordo con gli attuali sviluppi storici nei Paesi cosiddetti socialisti o ex-socialisti.
Trotskij spiegò come il destino dell’Unione Sovietica, in quanto Stato di transizione fra il capitalismo e il socialismo, sarebbe stato determinato dal rapporto di forza fra la classe operaia e la casta burocratica. Se quest’ultima fosse rimasta al potere, avrebbe inevitabilmente cercato, in quei Paesi dove esisteva un economia nazionalizzata pianificata, di restaurare l’ordine capitalista. Se invece la classe lavoratrice avesse compiuto una rivoluzione politica che le avesse consentito di riprendere il potere nelle sue proprie mani, questo avrebbe impedito un ritorno al capitalismo e l’Unione Sovietica sarebbe tornata sul tracciato iniziale dell’Ottobre verso il vero socialismo con l’amministrazione democratica di una società pianificata, senza caste parassitarie.
Al momento odierno, il futuro della Russia non è ancora deciso. La moneta sta ancora ruotando in aria. Comunque, non ci sono molti esempi in tempi moderni di inversioni durature del processo storico.
La controrivoluzione burocratica stalinista fu come un attacco piratesco in alto mare; la nave della Rivoluzione venne abbordata e dirottata, e l’intero equipaggio passato a fil di spada. Stalin, l’autonominato gran timoniere, insieme alla sua ciurma di usurpatori la deviò su una rotta completamente nuova, verso un mare di ritirate, tradimenti e abbandono del marxismo, e più tardi inevitabilmente verso il naufragio.
Identificare l’attuale disintegrazione e caos dell’ex-Unione Sovietica e la totale bancarotta del sanguinario, inefficiente e corrotto regime stalinista con la fine del marxismo e del progetto socialista è ancora un’altra clamorosa falsificazione, che deriva dalla spietata lotta di classe scatenata contro le masse sfruttate dall’imperialismo e dai barcollanti regimi burocratici post-stalinisti.
Il collasso dello stalinismo non ha neanche minimamente indebolito il marxismo. Al contrario. Esso aiuterà la classe operaia sovietica ad uscir fuori dallo spesso strato di nebbia, confusione e disorientamento politico nel quale era stata immersa dopo più di settant’anni di menzogne e falsificazioni storiche sotto la dittatura burocratica dello stalinismo.
Non occorrerà molto tempo perché le masse traggano le necessarie conclusioni. Inevitabilmente esse impareranno. Il movimento può esplodere inaspettatamente, come un incendio che scoppia nel bel mezzo di un’immensa e inaridita prateria, dove viene alimentato dal vento. Le masse si convinceranno presto delle "meraviglie" del libero mercato e del capitalismo mafioso sotto la burocrazia post-stalinista. La classe operaia dell’ex-Unione Sovietica arriverà a comprendere pienamente il significato e l’importanza della lotta eroica portata avanti da Lev Trotskij contro gli usurpatori e gli affossatori della Rivoluzione Russa e prenderà ancora una volta la strada del socialismo autentico, sotto la gestione democratica della classe lavoratrice, rifiutando lo Stato monopartitico e le burocrazie parassitarie.
Ora più che mai, Socialismo o barbarie è la grande alternativa di fronte alla stragrande maggioranza degli abitanti del pianeta.
Città del Messico, marzo 1997