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I nostri lettori più attenti conoscono l’impegno profuso dai sostenitori della nostra rivista per allargarne il più possibile la diffusione. In questi ultimi anni abbiamo aumentato in modo significativo il numero di copie vendute attraverso la diffusione militante. Dalla corrispondenza che riceviamo, siamo consapevoli che la circolazione della nostra rivista va ben oltre le realtà dove c’è una presenza di nostri sostenitori, perché nelle manifestazioni nazionali chi lo acquista lo legge, lo fa leggere, visita il nostro sito internet e così, in modo più o meno occasionale, si allarga la rete dei nostri lettori.
Questo non può che darci grande soddisfazione, ma pensiamo anche di doverci attrezzare per garantire a questi lettori occasionali la possibilità di seguirci in modo più regolare. Per questa ragione la redazione lancia una campagna abbonamenti straordinaria con l’obiettivo di garantire una diffusione sul territorio nazionale del nostro giornale e su basi regolari. Non possiamo permetterci di abbassare i prezzi degli abbonamenti o offrire gadget straordinari come fanno i quotidiani borghesi. Quello che offriamo sono le nostre idee, le nostre analisi e una prospettiva rivoluzionaria; pensiamo che sia quanto di più necessario oggi.
In questi anni in Italia e a livello internazionale abbiamo assistito a mobilitazioni di dimensioni senza precedenti: il movimento contro la guerra che ha portato in piazza milioni di persone, le mobilitazioni e gli scioperi in Italia, in Francia, in Spagna contro le misure antioperaie dei rispettivi governi, i movimenti rivoluzionari in America Latina. È in atto un processo che trascina milioni di persone nell’arena politica alla ricerca di un’alternativa a questo sistema. Infatti, aldilà delle rivendicazioni contingenti è evidente il malessere generale e la crescente convinzione che qualcosa di profondo deve cambiare per garantire un futuro alle giovani generazioni. Allo stesso modo è evidente che le consuete dinamiche proprie delle organizzazioni sindacali e dei partiti della sinistra negli ultimi decenni non sono più sufficienti ad arginare la sfrontatezza padronale e della destra.
Il nostro giornale si sforza di mostrare i processi reali che attraversano la società e, di fronte ai limiti del riformismo, si propone l’obiettivo di recuperare agli occhi degli attivisti, dei giovani e dei lavoratori le migliori tradizioni rivoluzionarie del movimento operaio e del marxismo.
Per questo motivo il nostro giornale deve dire la verità sempre, deve mostrare le difficoltà nello sviluppo delle nostre lotte e ha il dovere di individuare dove sono i limiti, le responsabilità e dare delle risposte convincenti. Questi ragionamenti ci hanno spinto e ci spingono ad intervenire con grande accuratezza su tutte le questioni politiche fondamentali. Nell’ultimo anno abbiamo dedicato tanto spazio ai temi della guerra, non solo svelando la natura imperialista della guerra, ma anche polemizzando con il pacifismo, proponendo approfondimenti teorici e storici su questo tema. Abbiamo scritto su tutte le principali lotte operaie, non semplicemente dandone notizia, ma anche sforzandoci di proporre il nostro punto di vista sulle parole d’ordine e i metodi necessari per vincere e gettando un pò di luce sul vero ruolo delle diverse forze in campo, anche urtando le “sensibilità” di qualche dirigente della sinistra più preoccupato del proprio prestigio che degli interessi reali dei lavoratori.
Dedichiamo regolarmente uno spazio ai temi della scuola e dell’università perché il movimento studentesco deve tornare a impegnarsi in prima fila nella lotta contro questo sistema. Nelle pagine internazionali ci siamo impegnati a delineare il contesto in cui si inserisce la rivoluzione italiana, a partire dagli avvenimenti in America Latina, nel resto dell’Europa, in Medio Oriente. Oltre a questi temi abbiamo riportato nelle nostre pagine il dibattito interno a Rifondazione Comunista nella quale siamo parte attiva a sinistra. Tutto questo insieme fa del nostro giornale uno strumento per capire e orientarsi nei grandi conflitti sociali e politici di questa epoca e l’utilità di questo strumento è dettata dai compiti ambiziosi che si pone.
Sergio Romano sul Corriere della Sera del 3 febbraio scorso ha scritto un incredibile fondo, a proposito delle ormai numerose commissioni di inchiesta sulla guerra in Iraq, spiegando e dimostrando perché i governi mentono. Candidamente afferma “Le bugie sono tanto più numerose quanto più i governi dipendono dal consenso della pubblica opinione. I Re dell’Antico Regime non avevano bisogno di mentire; (...) i governi democratici dei nostri giorni mentono con particolare raffinatezza e perizia”. A parte la questione della raffinatezza, sulla quale nutriamo qualche dubbio, è certo che loro hanno il potere e devono mentire per mantenerlo. Noi non abbiamo il potere, ma se vogliamo conquistarlo dobbiamo dire la verità, dire la nostra forza e la nostra debolezza per superare i nostri limiti ed essere sicuri di raggiungere i nostri obiettivi.
Quindi cari lettori, abbonatevi al nostro giornale per capire e avere uno strumento per difendere fino in fondo gli interessi del movimento operaio.
Un ultimo appello ai nostri lettori “elettronici” che sono davvero numerosi. Su una media di circa 1.400-1.500 copie vendute nell’ultimo anno abbiamo visto una crescita esponenziale dei visitatori del nostro sito internet www.marxismo.net. La redazione ha fatto la scelta coraggiosa di mettere in rete tutto il materiale che pubblichiamo, il giornale mensile, le riviste teoriche (sia l’edizione in corso che i numeri arretrati), articoli e volantini vari, perché pensiamo che diffondere le idee sia la priorità. Ora, perché le idee possano andare avanti hanno bisogno di gambe e quindi esortiamo chi ci legge più o meno regolarmente sul sito a permetterci di continuare a fare questo lavoro con il sostegno economico, che é possibile con l’abbonamento all’edizione cartacea o con l’acquisto di materiale o semplici offerte di sostegno.
Siamo certi che il nostro appello verrà raccolto con serietà dai nostri lettori, e non mancheremo di darvene conto sulle pagine del giornale.