Caserta
In Campania nel 2005 sono bruciati 34mila posti di lavoro a tempo indeterminato, il precariato dilaga e si è ridotta di 4 punti la percentuale di occupati sulla popolazione in età da lavoro.
Una delle conseguenze di questa situazione – molto acuta a Caserta – è l’aggravarsi della già preoccupante emergenza abitativa in provincia e nell’intera regione: le cartolarizzazioni hanno spolpato il patrimonio residenziale pubblico, l’edilizia sovvenzionata nasconde spesso gli interessi malavitosi, si costruisce una sola casa ogni mille abitanti (contro una media nazionale di 4), gli aumenti degli affitti sono più vicini ai picchi del 139 per cento di Roma che alla media nazionale del 46 per cento, e il costo delle case è aumentato ogni anno dal 2000 del 13,1 per cento, contro una media nazionale del 3,1 per cento. Il tutto mentre il governo boccia il decreto blocca sfratti proposto dal Prc e taglia con la finanziaria 100 milioni di euro destinati al sostegno all’affitto.
Naturale che anche in questa provincia inizi quello che l’Unione inquilini chiama lo “stillicidio di occupazioni” di case. Una di queste è cominciata domenica 22 ottobre: 11 famiglie occupano nel Comune di Curti, vicino a Caserta, un edificio costruito per essere un ospizio per anziani, quasi completo ma abbandonato da vent’anni! Alle spalle di questa occupazione c’è un lavoro iniziato nel maggio scorso dai compagni del Centro Sociale Spartaco di S. Maria Capua Vetere, frequentato anche dal sottoscritto e da altri sostenitori di questo giornale.
In un primo momento la lotta si era sviluppata cercando di proporre alle amministrazioni locali una modifica al regolamento comunale per l’edilizia abitativa che prevedesse di destinare ad uso popolare una parte degli appartamenti di nuova costruzione. Questo dialogo con le istituzioni alla fine ha ottenuto solo di far comprendere a chi era ancora scettico che l’unica via è quella della lotta. Con lo sportello informativo creato per avvicinare i “senza casa” ci siamo trovati di fronte ad una marea di emergenze provocate anche dallo smantellamento di tutte le maggiori fabbriche della Terra di Lavoro: non dei disperati, ma lavoratori precari ed in nero, spesso con famiglie numerose, impossibilitati a far fronte all’aumento dei fitti. Le varie assemblee tenute per organizzare le forme di lotta hanno permesso di raccogliere gli elementi più combattivi per tentare l’occupazione di questo stabile, sul quale le amministrazioni locali hanno continuato a speculare destinando 20mila euro all’anno del bilancio comunale per la manutenzione dell’ascensore, in un edificio mai abitato! Alla vertenza che si è aperta partecipiamo oltre che con i compagni dello Spartaco, con quelli del Laboratorio Sociale MillePiani di Caserta, e del Prc. Fin da subito ci siamo proposti di affrontare i problemi concreti dell’occupazione (il trasporto dei letti, l’autofinanziamento, gli allacciamenti provvisori di acqua e corrente elettrica, tagliati con un’azione criminale dal Comune) per orientare le forze alla stabilizzazione ed alla difesa dell’occupazione. Non credevamo infatti che questa occupazione potesse fare da leva per spingere il sindaco di Curti, di An, a trovare una soluzione accettabile: infatti davanti allo stabile rimane il presidio della polizia, e la stessa An ha provato ad organizzarne uno.
Questo ci ha portato ad avere il riconoscimento da parte degli occupanti ed un ruolo importante nella vertenza. Pensiamo che il modo migliore per difendere questa occupazione sia quello di ergerla a simbolo dell’emergenza abitativa nella provincia, costruendo attorno ad essa la più ampia solidarietà attiva. Ridurla alla ricerca per via istituzionale di una soluzione al problema di queste sole 11 famiglie, come sembrerebbe volere la maggioranza di Rifondazione, è il modo più certo per indebolire e depotenziare questa lotta, dato che prefetto e sindaco puntano invece a erodere la capacità di resistenza degli occupanti. Per questo abbiamo proposto e ottenuto la fissazione di un’assemblea di gestione ogni domenica, per consolidare a fianco agli occupanti un gruppo che sostenga la vertenza. Per lo stesso motivo insistiamo perché sia convocata una mobilitazione provinciale a difesa dell’occupazione e per il diritto alla casa. La federazione del Prc di Caserta, oltre 1000 iscritti, 300 dei quali giovani, dovrebbe partecipare e guidare questa mobilitazione, per farne emergere la valenza generale. Il partito, che partecipa al governo della provincia con due consiglieri e un assessore, dovrebbe agitarla come battaglia irrinunciabile, dichiarandosi indisponibile a compromessi sui bisogni sociali, a maggior ragione ora che quest’ente, che dovrebbe proteggere il territorio dalla speculazione, è preso in una lotta di potere interna al centrosinistra che nulla ha a che fare con i problemi reali.
15/11/2006