Le autorità messicane pensavano che la repressione contro gli otto membri del Clep-Cedep fosse sufficienti a fermare la mobilitazione degli studenti esclusi dall’università. È successo il contrario. Gli studenti hanno ricevuto l’appoggio dei lavoratori dell’università e di molte organizzazioni sindacali. Quotidiani e televisioni, sebbene spesso in modo tutt’altro che imparziale, si sono occupati della vicenda. Il quotidiano di sinistra La jornada ha ospitato lettere di solidarietà al Mena durante tutto il periodo di detenzione di Francisco.
Il movimento degli esclusi dall’università è caratterizzato da un’estrema combattività e grande capacità organizzativa. Inoltre ha sempre rifiutato un approccio esclusivamente “studentesco” ma ha sempre cercato il collegamento con i lavoratori. Questo atteggiamento è stato garanzia di successo, ma ha allo stesso tempo attirato l’attenzione delle autorità accademiche e del governo.
Governo e polizia hanno così lanciato un attacco diretto al Clep-Cedep, ma i compagni hanno dimostrato di essere un’organizzazione combattiva e determinata, facendo proprio il motto “un offesa ad uno di noi è un offesa a tutti” e comportandosi di conseguenza. Se lo stato voleva mettere alla prova il Clep-Cedep, ora ha capito che i suoi membri non sono ragazzini che si fanno impaurire dalle minacce, compresa la prigione.
Tutti i compagni durante la loro permanenza in carcere hanno tenuto un comportamento esemplare, ma vogliamo sottolineare il caso di Francisco. Gli altri compagni erano stati messi in cella assieme, contribuendo così a mantenere alto lo spirito di gruppo e a superare i momenti più difficili. Avevano cominciato a sviluppare discussioni politiche con altri detenuti al livello in cui si staca diffondendo all’interno del carcere una vera e propria epidemia rivoluzionaria.
Francisco Jay Aguilar invece, a soli 17 anni, era stato collocato in isolamento e sottoposto ad una pressione formidabile. Detenuto per due settimane in più rispetto agli altri, la situazione si faceva difficile, ma Francisco non si è affatto piegato. Ciò gli fa particolarmente onore.
Ora è tornato dalla sua famiglia, ma la battaglia continua. Le accuse non sono state ancora ritirate, e ad Oaxaca il compagno Adan Mejia Lopez è ancora detenuto.
Rivolgiamo un appello a tutti i nostri lettori perché continuino a spedire messaggi di solidarietà ai compagni della Tendenza marxista militante (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., con copia per conoscenza a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.)
Il prossimo appuntamento della campagna è una giornata di mobilitazione internazionale prevista il prossimo 13 settembre.
I compagni di FalceMartello e dei comitati “Giù le mani dal Venezuela” danno appuntamento a tutti a due presidi, davanti all’ambasciata di Roma ed al Consolato di Milano del Messico