Dopo la grande vittoria conseguita nel 2002 con l’elezione al parlamento del compagno Manzoor Ahmed la tendenza marxista pakistana emerge sempre più come un punto di riferimento per la sinistra non solo in Pakistan ma anche in India, dove il recente successo elettorale dei partiti comunsiti segna una svolta importante.
Attraverso la Pakistan Trade Union Defence Campaign e un gruppo di deputati del Ppp, si sta organizzando una campagna contro il nuovo codice del lavoro fortemente repressivo approvato di recente. La legge permette alle autorità di rifiutare a loro discrezione la registrazione delle organizzazioni sindacali nei posti di lavoro sia pubblici che privati, proibisce lo sciopero nei servizi pubblici e abolisce la possibilità del lavoratore ingiustamente licenziato di appellarsi in tribunale: si tratta di una legge fatta su misura per facilitare le ristrutturazioni e le privatizzazioni. Sono state condotte assemblee in tutto il paese, con la formazione di comitati di appoggio fra attivisti sindacali di tutte le principali categorie con l’obiettivo di convocare una manifestazione nazionale a Islamabad quando le proposte verranno discusse in parlamento.
Un’altra campagna si centra sulla rivendicazione di un salario per i disoccupati. Il 23 luglio scorso un presidio di questa campagna a Lahore è stato attaccato da una banda di fondamentalisti islamici i quali, mentre la polizia stava a guardare, hanno devastato il campo e ferito sette compagni e compagne. Questa aggressione mostra una volta di più come i fondamentalisti, che si riempono la bocca di retorica antimperialista, siano sempre disposti a fiancheggiare il governo filoamericano contro le rivendicazioni di classe.
I compagni hanno risposto organizzando 19 manifestazioni e presidi nei giorni successivi in tutto il paese, e una manifestazione sul luogo dell’aggressione.
Per saperne di più sulle attività dei nostri compagni in Pakistan potete consultare il sito www.marxist.com