L’hanno presentata come una vittoria della destra. Il Pd toscano ha rispolverato appelli antifascisti in vista del ballottaggio con il grillino Nogarin.
Ma la sconfitta elettorale del Pd a Livorno è tutt’altro che il manifestarsi di una virata a destra.
Non solo perché in città la destra è letteralmente evaporata, con Forza Italia al 7% e tutte le altre liste di destra, dalla Lega a Fratelli d’Italia, che insieme raccolgono il 3%, ma anche perché si inserisce in un processo molecolare di risveglio delle mobilitazioni in città. Prendiamo una data simbolica su tutte: l’assalto alla prefettura del dicembre 2012. Un assalto di massa, legato a cariche ingiustificate da parte delle forze dell’ordine alle contestazioni a Bersani. Un sintomo significativo della frattura con l’ordine costituito, derubricato dai media a mera manifestazione estremista.
Crescono poi una serie di vertenze territoriali: al movimento contro il rigassificatore si sommano i no all’inceneritore, il no al nuovo ospedale in project financing, lo sviluppo di un movimento di lotta per la casa, la rabbia nata da scandali come quello dei bidoni tossici “persi” sui fondali delle coste livornesi, in un mare trasformato in discarica.
Oggi tutto ciò si riflette in un processo politico e – seppur in maniera totalmente distorta – perfino nel dato elettorale. Una serie di protagonisti di queste mobilitazioni fanno nascere una coalizione attorno alla lista di sinistra “Buongiorno Livorno”. Inizialmente lanciata da Sel, la quale però si spacca e rientra rovinosamente in coalizione con il Pd, “Buongiorno Livorno” è promossa da una serie di assemblee che vedono punte di partecipazione con centinaia di persone. In coalizione entrano anche Prc e Pdci, riuniti nella sigla “Sinistra unita per il lavoro”. Alle elezioni si presenta un’altra lista civica, attorno all’ambientalista Marco Cannito. Al primo turno la coalizione di “Buongiorno Livorno” prende il 16%, Cannito il 5. Il Movimento 5 stelle raccoglie il 19% dei voti e va al ballottaggio.
Al ballottaggio il Pd amplifica il proprio crollo: prende 32mila voti contro i 45mila del primo turno. Il Pd livornese era la roccaforte dei cuperliani. C’è un boicottaggio quindi che arriva dall’interno stesso del Pd, un avviso di sfratto mandato al governatore della Toscana Rossi da parte della banda Renzi. Dai legami con l’onnipresente e ultra-moderata Cgil livornese, del resto, non arrivano voti: le zone operaie sono quelle con il livello d’astensione più alta.
Abbiamo analizzato altre volte la natura del M5S. Anche a Livorno gioca la propria partita camaleontica, dichiarandosi di sinistra. Non c’è nessuna sbornia grillina in città: tutt’altro. Grillo è inviso e infatti si tiene o viene tenuto alla larga. Il M5S si trova così ad essere la forza sbagliata al momento giusto.
La natura stessa del M5S, però, rischia di trasformare il caso Livorno solo in una futura rivincita dei “poteri forti”. Un esito differente si può dare solo se la sinistra saprà mantenersi autonoma dal grillismo e approfondire il proprio radicamento sociale. I poteri forti non spariscono da un consiglio comunale solo per un cambio del colore della giunta: penetrano attraverso i legami tra casse comunali e grandi interessi privati, pressione dei media, corruzione diretta e indiretta di vecchi e nuovi consiglieri. Il M5S non è e non può essere strutturalmente capace di reggere tale pressione. L’unica via è la continuazione di un processo di crescita della sinistra politica livornese su basi di classe, radicandosi nelle aziende e nei quartieri popolari. Ci sentiamo di citare positivamente queste righe scritte dal giornale livornese SenzaSoste: “Il percorso è sempre lungo e non può esaurirsi con una tornata elettorale in cui il 70% del voto si è espresso come protesta e il 50% non è andato a votare, ma l’esempio di Livorno oltre che per una storica sconfitta del Pd in una delle sue roccaforti deve essere preso in considerazione perché ha dimostrato che la sinistra non può essere che il frutto di un lavoro che parte dal basso (…), di battaglie concrete sindacali e di lotte per strada”.