Dopo il successo della manifestazione nazionale del 28 marzo scorso, la coalizione sociale, promossa da Landini e dalla Fiom, si è ritrovata per un’assemblea nazionale, il 6-7 giugno al Frentani a Roma.
L’iniziativa ha visto la partecipazione di circa ottocento attivisti di sinistra, a dimostrazione dell’aspettiva generata dalla proposa del leader dei metalmeccanici della CGIL, la cui segretaria generale, stavolta, a differenza di quanto successo il 28 marzo, dove si era affacciata sul palco, non si è fatta vedere.
Lavoro, casa e scuola sono stati i temi al centro della due-giorni.
Landini ha rilanciato la parola d’ordine della riduzione dell’orario di lavoro (senza specificare a parità di salario), come rivendicazione di fronte alla vergogna di quanto succede in tutte le grandi fabbriche in Italia, a partire dalla Fiat. Su questo però va detto che a Melfi dove sono stati imposti i 20 turni già oggi la Fiom potrebbe organizzare una vera battaglia, cosa che per ora non è stata fatta se non per iniziativa di una parte dei delegati della Fiom.
A Roma hanno parlato alcune insegnanti protagoniste delle mobilitazioni contro la buona scuola di Renzi e l’argomento è stato toccato anche da Landini nelle conclusioni, soffermandosi in particolar modo sulla devastazione della scuola pubblica in atto e sulla conseguente dispersione scolastica. Non è però una risposta adeguata l’accordo sugli stage raggiunto, in Emilia Romagna, alla Ducati e alla Lamborghini. Un’intesa, decantata da Landini, che prevede di ridurre gli orari di didattica nelle scuole, sostituendo le ore sui banchi con lavori gratuiti in fabbrica, senza alcuna certezza sul reale risultato formativo di questo scambio.
Nella giornata conclusiva dell’assemblea è stato più volte sottolineato l’elemento della straordinaria partecipazione all’assemblea da parte di una sfilza di associazioni più o meno rappresentative. Al di là di questa rappresentazione, ciò che però colpiva era la mancanza di una presenza operaia organizzata.
Non si è visto il coinvolgimento concreto di realtà operaie, non sono stati protagonisti i delegati che avrebbero potuto parlare delle vertenze in atto, a partire da Fincantieri, passando per la vertenza Whirlpool, oppure che avrebbero potuto semplicemente spiegare il successo che la Fiom sta registrando nelle elezioni per il rinnovo dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza in Fiat.
Nelle conclusioni Landini, dopo aver spiegato il percorso di assemblee territoriali della coalizione sociale da qui a settembre, ha lasciato intendere che se la Coalizione decolla in autunno si organizzerà una grande manifestazione nazionale.
Il percorso messo in moto è sufficiente? Pensiamo di no.
Queste assemblee locali assomigliano più a delle kermesse che a veri luoghi di confronto dove giovani, studenti e lavoratori possono organizzarsi e discutere di come contrastare padroni e governo.
Al Frentani si è parlato di esperienze di occupazioni di fabbriche, del problema delle abitazioni sfitte e dei movimenti per il diritto alla casa. Si è posto il tema del controllo pubblico dell’economia, della necessità di unirici tra di noi e di fare conflitto verso ‘gli altri’.
Sono tutte sollecitazioni che non possono essere che condivise. Per non lasciarle avvizzire come semplici suggestioni, abbiamo bisogno di un programma per trasformare questa società e di un partito per portarlo avanti.
Landini è, attualmente, il leader sindacale che più di ogni altro può organizzare i settori più consistenti della classe operaia. Per farlo nella maniera più incisiva, c’è bisogno di un programma e di un’organizzazione.
Sinistra Classe Rivoluzione darà il suo contributo per costruirli.