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Questa mattina lo sciopero del comprensorio di Pomigliano, convocato da Fiom-Fim-Uilm si è trasformato in una manifestazione di un'intera città.
Un corteo impressionante di oltre 30mila persone ha attraversato le vie di Pomigliano.
Oltre ai lavoratori della Fiat, quelli dell'Avio, dell'Alenia, i lavoratori dei 3 stabilimenti della Ergom-Magneti Marelli (Napoli, Marcianise, Caivano), i lavoratori del pubblico impiego, della sanità, della scuola.
Erano presenti delegazioni degli altri stabilimenti Fiat (Mirafiori, Termoli, Cassino, Melfi, Termini Imerese) e dei metalmeccanici di tutta la Campania.
Ma la manifestazione ha assunto un carattere impressionante perchè è un'intera città che si è mobilitata. Non c'era una sola scuola aperta oggi a Pomigliano. Gli studenti erano in piazza per lottare al fianco dei lavoratori per il loro futuro. I negozi erano chiusi e i commercianti della città e le loro associazioni hanno sfilato in piazza. C'erano tutte le sigle sindacali, nessuna esclusa (significativi gli spezzoni dello Slai, dei Cobas, del SdL).
C'erano alcune le bandiere delle forze di sinistra (Pdci, Sinistra democratica)e soprattutto di Rifondazione Comunista che aveva uno spezzone con oltre 300 militanti (con delegazioni pervenute da Caserta, Ciampino e da altre realtà).
C'erano gli oratori, le suore e il vescovo di Nola che è intervenuto dal palco esigendo garanzie per i lavoratori che "non devono pagare per i profitti di qualcun'altro". Non mancava veramente nessuno stamattina a Pomigliano.
In testa al corteo, in mezzo agli operai a saltare e gridare slogan i segretari della Fiom, Giorgio Cremaschi e Gianni Rinaldini.
La determinazione di un'intera città è emersa con forza. Si respirava fiducia nel corteo, certo c'è preoccupazione ma allo stesso tempo fiducia che rimanendo uniti qualsiasi ostacolo può essere rimosso.
A manifestare una quantità impressionante di giovani, bambini, massaie, pensionati. L'emozione cresceva piano piano che il corteo avanzava. Determinazione e unità questo ha dimostrato oggi la classe operaia di Pomigliano, attorno alla quale si è schierato un intero territorio, e i sindaci della zona erano lì a dimostrarlo con i gonfaloni comunali.
Dall'università di Napoli le varie rappresentanze dell'Onda, tra cui i compagni del Csu di Lettere e Scienze Politiche.
Al comizio conclusivo ha preso la parola Gianni Rinaldini. Il segretario generale della Fiom ha chiesto "la proroga della cassa integrazione ordinaria, che deve coprire anche i lavoratori precari", ha aggiunto che "non solo Marchionne, ma deve uscire allo scoperto la proprietà che non è precisamente a corto di liquidità visto i profitti fatti in questi anni" si è poi cimentato sulle proposte della Fiom, tra cui spicca la tassazione dei redditi alti, "per difendere tutti gli stabilimenti e tutti i posti di lavoro esistenti nel gruppo e in tutto l'indotto, nessuno escluso".
Ha poi annunciato dal palco la convocazione di una manifestazione a Torino, di tutti i lavoratori del gruppo Fiat. Appena ha finito di pronunciare queste parole nella piazza c'è stato un applauso liberatorio. Ed ha insistito ripetutamente sulla necessità di mantenere uniti i lavoratori di tutti gli stabilimenti. Ha infine sottolineato come la cassa dell'Inps che copre la cassa integrazione è in attivo di 14 milioni di euro nonostante il governo abbia scandalosamente prelevato da lì risorse per mandare i soldati in Afghanistan.
Un compagno di Rifondazione Comunista della Fiat di Termoli ha fatto notare come a fronte di stabilimenti che hanno fatto 20 settimane di cassa integrazione con salari a 500, 600 euro (includendo lo stabilimento dei cambi a Termoli), c'è invece l'altro stabilimento di Termoli che produce motori per la Polonia, dove non solo non c'è cassa integrazione ma ai lavoratori sono stati chiesti gli straordinari, nonostante lavorino già su 17 turni.
I compagni che lì lavorano facevano notare che se si vuole colpire la Fiat è lì che bisognerebbe scioperare e non solo dove il lavoro non c'è. Giusta osservazione che dimostra che è un'intera strategia politica e sindacale va ridiscussa e che sono i lavoratori che in fabbrica lavorano che possono avanzare le proposte più efficaci per condurre il conflitto.
Per questo è indispensabili creare degli ambiti orizzontali di confronto tra i lavoratori dei diversi stabilimenti del gruppo Fiat, a partire dai compagni di Rifondazione. Un primo passo è stato
fatto sabato scorso quando il responsabile industria del Prc, Alessandro Favilli, ha convocato il coordinamento dei lavoratori del Prc nel gruppo Fiat.
I compagni di Termoli come quelli di Melfi non erano potuti venire per ragioni climatiche (nevicate di questi giorni) ma sono venuti oggi a Pomigliano per incontrare i compagni del circolo Prc Fiat di Pomigliano. È un inizio, ma è un inizio importante per costruire la nuova Rifondazione nel caldo delle lotte, in una mobilitazione che assume un'importanza decisiva per le sorti del conflitto sociale nel nostro paese.
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