Il secondo Cpr (il primo è stato convocato a fine congresso per eleggere il segretario, il tesoriere e il presidente regionale della garanzia) si è riunito domenica 1 luglio a Oristano con il seguente ordine del giorno:
1. Situazione politica
2. Analisi del voto amministrativo
3. Elezione della segreteria regionale
I punti sono stati affrontati in un'unica relazione da parte del segretario Alessandro Serra. La proposta politica di Rifondazione in Sardegna, a detta sua, è piuttosto chiara. Analizziamola: da una parte si dice giustamente che la caduta di Cappellacci non può avvenire tramite manovre di palazzo ma all'“interno della più ampia mobilitazione sociale”, ma dall'altra emergono posizioni arretrate sugli interlocutori. No assolutamente a Psd'az e Udc (chi scrive ha successivamente ricordato il caso Ozieri con una giunta dal Prc all'Udc), ma volontà di tenere viva la coalizione (Laura Stochino è stata più chiara definendoci “organici al centrosinistra”) dolcificandola con l'allargamento ad altri “soggetti sociali e di movimento”.
Il tutto senza chiarire su quali basi, nonostante lo stesso Serra abbia detto che il programma viene prima della discussione sulle alleanze: ad ora prevale infatti la nostra presenza nei tavoli di centrosinistra e non il nostro programma. I 6 punti emersi dal tavolo del centro-sinistra (rintracciabili in un comunicato stampa Fds/Rossomori prodotto con lo scopo di polemizzare con il Pd, reo di aver cambiato idea a mezzo stampa su Psd'Az e Udc) sono bozze di un programma comune, infatti.
Chi scrive ha fatto notare che quei 6 punti sono le stesse frasi fatte che hanno spadroneggiato al nostro congresso regionale. Delle due l'una: o abbiamo una posizione arretrata noi o ha una posizione avanzata l'intero centro-sinistra. Indubbiamente la prima delle due opzioni, e proprio per via di un vuoto programmatico. È chiaro allora che senza un programma, seppur rivendicato a parole, è difficile assumere una posizione sulle alleanze rendendo queste l'alfa e l'omega della nostra attività.
Ma proprio perché Serra ha parlato di allargare lo sguardo ai movimenti e ai soggetti sociali, sarebbe opportuno dotarsi innanzitutto di un programma sul campo. In riferimento ai sindacati e alle loro mobilitazioni dovremo smetterla di partecipare agli scioperi senza una nostra chiara linea contro la disoccupazione; in merito alla manifestazione della Flc-Cgil prevista per il 6 luglio (sui temi del dimensionamento scolastico) non possiamo non tenere conto dell'assessore provinciale di Sassari, Rosario Musmeci (Sel), contestatissimo dalle comunità del Meilogu (come ad esempio Cossoine) proprio per il suo ruolo attivo nell'accorpamento degli istituti scolastici; sulle politiche del governo Monti non possiamo raccogliere le firme per l'articolo 18 senza dire nulla sul Pd...e così via.
Per tornare ai 6 punti del centro-sinistra nei quali Rifondazione si riconosce occorre chiedersi:
1. Nuovo modello di sviluppo o nuovo modo di produzione? Solo sciogliendo questi dubbi possiamo mettere al centro il lavoro, una cultura libera dal profitto, la pianificazione democratica dell'economia e rispondere ai quesiti: chi produce, cosa si produce, in che modo, quando e per chi si produce.
2. Come rendere ecosostenibile l'economia se questa rimane all'interno del modo di produzione capitalistico? Si vedano le operazioni sulle energie alternative (mega campi di fotovoltaico e di pale eoliche senza un piano energetico compatibile e razionale) e sulla chimica verde (con il possibile stravolgimento dell'agricoltura locale).
3. Rovesciare l'impianto capitalista dello stato italiano e dell'Ue o reclamare una sovranità sarda all'interno di queste cornici?
4. Come sviluppare il settore agricolo e zootecnico sulle basi di un'economia fondata sul cartello del latte, sulle future produzioni su larga scale di materie prime da essere bruciate (chimica verde), sull'assenza di un'industria e di una manifattura da collegare al settore, sull'assenza di un piano pubblico di infrastrutture, sulla grande distribuzione che non favorisce le biodiversità etc...
5. Come garantire l'accesso al credito senza un sistema bancario pubblico, centralizzato e controllato dai lavoratori?
6. Come risolvere la questione morale se essa trova fondamento nell'amministrazione capitalistica della cosa pubblica?
Se su tutti questi punti regna il silenzio, ogni mezza frase del Pd può essere vista come la scusa per creare un'alleanza e spacciarla per progressista. Sono queste le questioni da sciogliere, ben prima dell'andare su tutte le furie sull'ipotesi Udc e Psd'Az. Rifondazione deve perciò dire la sua, a prescindere dall'attuale Fds o da futuri soggetti politici sardi.
A fine riunione è stata eletta la segreteria regionale che dovrà affiancare l'azione del compagno Serra. La composizione monosessuata (sul 30% di donne nel Cpr) evidenzia i problemi relativi a un partito con una forte predominanza maschile (a onor del vero problemi posti dallo stesso Serra), ma questo significa che non è più rimandabile un intervento politico mirato tra le lavoratrici sarde. In ogni modo la segreteria eletta (con le astensioni dei membri in quota secondo documento) è la seguente.
1. Alessandro Serra – segretario
2. Mario Carta – tesoriere
3. Pierluigi Mulliri – organizzazione
4. Vittorio Macrì – enti locali
5. Enrico Lobina – economia e lavoro
6. Nicola Culeddu – ambiente e beni comuni
7. Matteo Quarantiello – comunicazione, scuola e università
8. Giorgio Garau – movimenti, diritti e vertenze
P.s. L'ordine del giorno sulle servitù militari doveva essere approfondito (con le nostre posizioni in merito della proposta Scanu Capo Teulada, Capo Frasca e Quirra) in questo Cpr, ma non è stato messo neppure tra i punti in discussione. Dopo le dovute sollecitazioni esso sarà affrontato al prossimo incontro.