Alesse, il presidente del Comitato di Garanzia (di chi?) per gli scioperi, ha definito "illegittimo e dannoso" l'eventuale sciopero degli scrutini che diversi sindacati, Cgil e Snals inclusi, hanno paventato, ancora timidamente, per contrastare la riforma della scuola del governo Renzi.
Non soddisfatto, Alesse ha minacciato di precettare gli insegnanti ribelli ed ha impartito a tutti una lezione di sindacalismo "responsabile", reiterando l'idea trita e deleteria che la "concertazione" debba essere la via maestra.
La sparata di Alesse è un tentativo bello e buono di intimidire i lavoratori della scuola ed attaccare ulteriormente il diritto di sciopero. È però un tentativo figlio di paura e debolezza. Allo schiaffo dato con lo sciopero del 5 maggio si è aggiunto il boicottaggio di massa delle prove Invalsi: lo sciopero degli scrutini potrebbe mettere definitivamente in crisi il governo.
Lo sciopero degli scrutini, peraltro, è già pesantemente limitato da una legge, la 146/1990 del "sinistro" Bassanini, purtroppo difesa finora ostinatamente anche dal gruppo dirigente della Cgil e della FLC-Cgil. Così lo sciopero non può protrarsi per più di 2 giorni consecutivi e non può differire di più di 5 giorni la data fissata dello scrutinio finale di una classe; oltre a ciò, la legge Bassanini rende illegittimo lo sciopero degli scrutini nelle classi terminali (terza media, quinta superiore, licenza professionale). Ora la funzione di quella legge contro le lotte dei lavoratori appare chiara.
Per vincere la lotta contro il governo, lo sciopero degli scrutini è il punto decisivo e la Cgil deve sostenerlo ed organizzarlo in un fronte il più unitario possibile. Dovremo farlo convinti di lottare, anche a oltranza, per fare carta straccia della "buona scuola" di Renzi ed anche di una legge, la 146/1990, che è soltanto un'arma dello Stato e dei padroni contro i lavoratori.