Quale relazione ci può essere fra un amministratore delegato della portata di Mauro Moretti (ex) Ad di Ferrovie dello Stato (oltre 70 mila dipendenti) e il più grande sindacato dei lavoratori dei trasporti, la Filt con i suoi 13mila iscritti in quella impresa?
Moretti, oggi passato ad altro incarico, è dipinto dai media come un manager “risanatore delle imprese”, un modello da imitare. Che i media “dimentichino” le tante responsabilità di questo scaltro amministratore è il prezzo per essere al “servizio al potere” ma che lo faccia un sindacato come la Filt, è decisamente imbarazzante se non di pessimo gusto! Perché Moretti rappresenta l’indegna ricerca del profitto sopra ad ogni cosa, anche della vita umana!
I fatti: la Filt-Cgil, in occasione del suo Congresso nazionale (1-4 aprile), programma una tavola rotonda proprio con Moretti. La macchina burocratica organizzativa del sindacato “purtroppo” dimentica un particolare importante: qualche anno prima (2009) a circa cento chilometri da Firenze, c’era stata una strage ferroviaria costata la vita a 32 persone morte dentro le proprie case, arse vive, per l’esplosione di un treno merci in transito che trasportava Gpl. Si direbbe un incidente se non fosse che le inchieste giornalistiche e coraggiosi ferrovieri, rappresentati della sicurezza come Riccardo Antonini oggi licenziati dall’azienda, hanno ravvisato una negligente manomissione delle risorse destinate alla sicurezza per favorire i profitti facili a discapito della vita umana.
Quindi un “invito” fuori luogo per chi è rinviato a giudizio per la strage di Viareggio definita sempre dall’Ad “uno spiacevolissimo episodio”, e continua a sostenere che “in Ferrovie il problema sicurezza non esiste”. Eppure sono 43 i lavoratori morti sui binari dal 2007 ad oggi di cui l’ultimo proprio a Firenze. Uno che, senza pudore, licenzia i ferrovieri impegnati sulla sicurezza in ferrovie. E, nota di colore, si è lamentato per un eventuale “ritocco” al suo stipendio di “ferroviere” di 873.000 euro…
Compresa la “gaffe” dell’invito a Moretti e non ai familiari delle vittime né ai ferrovieri licenziati, la Filt annulla l’invito. Nel giustificare la scelta ne fanno una peggiore, scrivendo nel comunicato stampa che Moretti non ci sarebbe stato per evitare “possibili tensioni (…) estranee al congresso”. Lo sdegno dei familiari è ancora più forte e, come promesso, si presentano con un presidio fuori dai cancelli del Congresso nazionale.
Non mancano discussioni fra i congressisti, fuori viene schierato un servizio d’ordine da stadio. Volgari accuse vengono rivolte verso chi stava condividendo da giorni quella battaglia (ritiro dell’invito a Moretti e invito all’assemblea dei familiari) definiti “odiosi provocatori della seconda Mozione che speculano sui morti di Viareggio”. Infatti un pugno di compagni (9 su 497 congressisti) in sinergia con le famiglie hanno costretto – dopo due ore di febbrili battibecchi e provocazioni – ad acconsentire a un intervento dal palco alla Presidente dell’associazione delle famiglie delle vittime. Le sue parole sono state un pugno in pieno volto alla burocrazia della Filt che “non si è costituita parte civile al processo mentre la Cgil che lo ha fatto, non si è mai presentata in tribunale”. A cosa serve la solidarietà se “non lo si fa con il cuore e la testa?”. Non serve chi viene “per delega perché scritto su una carta”, aggiunge la Presidente “ma perché vi fa tanta paura la parola dimissione (per Moretti?), perché non avete mai chiesto il suo licenziamento?…
Una ferita indelebile perché quello che più fa male “non è quello che il sindacato ha fatto – su questa tragedia – ma quello che non ha fatto” per i familiari delle vittime, per i ferrovieri morti, quelli licenziati, i pendolari senza servizi.
Il discorso della presidente dei familiari delle vittime è reperibile in rete (https://www.youtube.com/watch?v=2wQV-6cNY7o&feature=youtu.be).
La burocrazia ferita ha reagito successivamente nel modo più rabbioso e vile adoperandosi per “l’annientamento politico” della seconda mozione, non riconoscendo alcuna rappresentanza nel direttivo nazionale. Convinti che la dignità non ha prezzo, neanche quello di un posto nel direttivo, noi abbiamo affermato la nostra morale e segnato la strada per una Filt diversa.
Visita il sito: www.trasportiinlotta.it per un report del congresso nazionale Filt