L’impressionante mobilitazione contro la guerra non ha avuto tregua nei mesi di febbraio, marzo e aprile. Milioni di manifestanti sono scesi nelle piazze per mostrare il proprio rifiuto totale al massacro imperialista in Iraq e all’appoggio servile dato dal governo del Partido Popular.
Dal 15 febbraio, quando sono scesi in piazza più di 6 milioni di lavoratori e giovani in oltre 50 città, fino alla convocazione dello scorso 12 aprile, la rabbia e la frustrazione accumulata durante sei anni di governo di destra si è cristallizzata in un movimento di massa che vede un possibile paragone solo con la situazione prerivoluzionaria che si visse nel paese alla metà degli anni ‘70, nel pieno della lotta contro la dittatura franchista.
I giovani alla testa della lotta
Gli slogan cantati nelle manifestazioni dimostrano come l’autentica natura della guerra sia stata compresa da milioni di giovani e lavoratori: “La chiamano democrazia ma non lo è”, “è occupazione, non liberazione”, “No, no, non ci rappresentano”, “non più sangue per il petrolio”, “questa guerra è anche terrorismo” e così via decine di canzoni contro il governo e l’intervento imperialista.
In tutto il processo di mobilitazione, gli studenti sono stati all’avanguardia della lotta. Con l’inizio della guerra, il 20 marzo, si è prodotta un’autentica esplosione sociale. Circa 800mila studenti sono scesi in piazza portando al collasso le principali città. Il movimento ha fatta propria l’intenzione avanzata dal Sindicato de Estudiantes di mobilitarsi il giorno che fosse scoppiata la guerra.
Da quel giorno non ci si è fermati più: manifestazioni e concentramenti quotidiani, proteste di attori ed artisti verso i politici del PP, boicottaggi alle loro assemblee e riunioni, presidi alle loro sedi di partito; una serie infinita di atti di protesta, che hanno espresso in modo crescente l’indignazione e la rabbia della gente verso l’arroganza e l’atteggiamento provocatorio di Aznar e di tutto il governo.
Il Sindicato de Estudiantes ha convocato sei scioperi generali studenteschi a cui hanno aderito massicciamente milioni di giovani.
Va detto che l’isolamento di questo governo è stato tale da provocare una reazione isterica. La contestazione sociale contro la sua politica è stata spaventosa, il governo ha tentato di contrastarla con la repressione poliziesca più selvaggia e indiscriminata, cercando di deviare l’attenzione insistentemente sugli “atti violenti” che la polizia ha permesso e in molti casi ha istigato tentando di criminalizzare il movimento contro la guerra spingendosi al punto di denunciare gli organizzatori delle manifestazioni. Questi tentativi si sono rivoltati contro lo stesso governo e hanno contribuito a fomentare l’indignazione e ad aumentare la partecipazione alla protesta.
Questo ambiente di lotta e mobilitazione è un chiaro riflesso di come questa guerra ha scosso ampi settori della popolazione, studenti, lavoratori, ceti medi, ecc. In queste circostanze, è chiaro che i dirigenti sindacali erano esposti a forti pressioni.
Da loro ci si aspettava che facessero qualcosa di più che partecipare alla convocazione delle manifestazioni, soprattutto dopo il successo dello Sciopero generale del 20 giugno scorso, che aveva chiarito come si poteva far retrocedere il governo anche su temi cruciali quale era il decretazo (una controriforma su pensioni, stato sociale econdizioni lavorative che il governo è stato costretto a ritirare almeno in parte, NdR)
Anche la propaganda del Sindicato de Estudiantes, che insistentemente richiedeva la convocazione di uno sciopero generale di 24 ore contro la guerra, ha contribuito a far estendere questa richiesta a macchia d’olio. Di fatto, è stata una delle richieste più ripetute nelle manifestazioni, insieme a quelle che chiedevano la fine della guerra e le dimissioni del governo.
Sciopero generale del 10 aprile
Siamo arrivati così alla convocazione dello sciopero generale di 2 ore per turno del 10 aprile da parte della Ugt. Lo sciopero, che è stato sostenuto dal Sindicato de Estudiantes (che ne ha convocato uno di 24 ore nell’istruzione per lo stesso giorno), ha visto la partecipazione di milioni di lavoratori e giovani di tutto il paese. Questo fatto ha ancora più importanza se consideriamo che Jose Maria Fidalgo, segretario generale di Commisionas obreras (CC.OO.) e leader del settore più a destra del sindacato si è opposto frontalmente alla convocazione, trasformandosi in un alleato dell’ultima ora del governo di Aznar. Quest’atteggiamento da crumiri da parte della direzione di CC.OO. ha provocato il rigetto di numerosissime sezioni sindacali, organizzazioni territoriali e di intere categorie industriali che hanno appoggiato ugualmente lo sciopero.
Di fatto più di 10mila sindacalisti di CC.OO. hanno firmato un manifesto a favore dello sciopero. Il successo dello sciopero e il suo carattere generale si è così riflesso nelle manifestazioni che sono state molto ampie.
A Madrid, a mezzogiorno, si sono riunite 100mila persone alla Puerta del Sol, in un corteo convocato dal Sindicato de Estudiantes sostenuto anche da Ugt. Nel comizio conclusivo si sono rivolti ai manifestanti il segretario generale della Ugt di Madrid, il segretario generale di CC.OO. di Madrid (che aveva appoggiato lo sciopero nel dibattito che si era tenuto in direzione nazionale di CC.OO.) e Miriam Municio, segretaria generale del Sindicato de Estudiantes.
Miriam Municio, in un discorso di 15 minuti, ha fatto appello alla trasformazione socialista della società per combattere la guerra imperialista.
Bisogna segnalare che è la quarta volta che il Sindicato de Estudiantes riempie la Puerta del Sol, la piazza più importante di Madrid, e che i dirigenti del SE pronunciano discorsi di fronte a decine di migliaia di lavoratori e giovani. In questo comizio è intervenuto anche un compagno della tendenza marxista El Militante.
A Barcellona più di 50mila persone hanno partecipato alla manifestazione convocata congiuntamente dal Sindicato de Estudiantes e dai sindacati dei professori Ustec e Ugt; a Madrid, nel pomeriggio, si è tenuta un’altra manifestazione che ha riunito più di 500mila persone.
In questa manifestazione, convocata ufficialmente anche da CC.OO., Fidalgo ha dovuto ascoltare ripetutamente la richiesta di dimissioni che gli veniva urlata dagli stessi iscritti al suo sindacato. La Cgt, un sindacato minoritario, per parte sua ha convocato per lo stesso giorno uno sciopero generale di 24 ore, che pur avendo un’eco minore, in alcune zone ha goduto di un appoggio significativo. Ad esempio in Catalogna hanno partecipato allo sciopero di 24 ore 150mila lavoratori.
Niente sarà più uguale a prima nella lotta di classe in Spagna, centinaia di migliaia di giovani sono entrati attivamente in politica e non torneranno facilmente nelle loro case. Si è palesato che la cosiddetta svolta a destra, tanto chiaccherata dai dirigenti riformisti del movimento operaio, non era che una foglia di fico che nascondeva il fallimento della loro politica e l’incapacità di offrire un’alternativa nella lotta al capitalismo. Le prossime elezioni municipali del 25 maggio dimostreranno senza dubbio questa svolta a sinistra e prepareranno la sconfitta del PP alle prossime elezioni politiche del 2004.