Stage
PAVIA - Generalmente viene utilizzato il termine stage, ma spesso, nel tentativo di dare un tono dignitoso ad una questione più che squallida, si fa largo l’appellativo “percorsi di alternanza scuola-lavoro”.
In realtà ciò che si cela dietro a paroloni tanto accattivanti, non è nient’altro che una forma di sfruttamento del lavoro, per certi versi riconducibile ad una sorta d’apprendistato non retribuito. Gli stage si inseriscono nel quadro dell’Autonomia Scolastica, con la quale il centrosinistra ha di fatto sancito l’inizio della svendita della pubblica istruzione. Sono state spalancate le porte alle privatizzazioni e forniti strumenti come lo stage per soddisfare a pieno i bisogni aziendali.
L’intero comparto studentesco delle scuole superiori è oggi interessato dall’attività stagistica, e a parte qualche blanda differenza nella forma, alunni d’istituti professionali e licei sono sottoposti alla medesima sostanza: ore e ore di lavoro gratuito per quella associazione o per quell’azienda.
Le differenze si traducono il più delle volte in una diversità di tempi, infatti, nella norma sono gli alunni dei professionali ad affrontare periodi stagistici più lunghi (si parte da qualche giorno e si arriva a 2-3 mesi) rispetto ai colleghi dei licei.
Questo fattore ne determina a sua volta altri: lo studente delle scuole professionali è quindi il più delle volte costretto ad interrompere per tutta la durata dello stage l’attività didattica, a ovvio svantaggio della propria cultura personale.
Diversa sorte spetta ai liceali che solitamente devono districarsi tra la mattina passata sui banchi di scuola e il pomeriggio al lavoro. Ovviamente i ragazzi delle scuole professionali, sono soggetti a lavori piuttosto faticosi divenendo spesso carne da cantiere da sfruttare a piacimento.
Il più delle volte la scuola cerca d’abbindolarci quando allude all’attività formativa intrinseca allo stage. Nella realtà questo è un modo per indorarci la pillola, inculcandoci l’idea che: “lo stage è formazione, ed essendo tale non può essere retribuito”. Noi a questo rispondiamo senza esitazione: lo stage è una forma di apprendistato che dunque va retribuita e controllata dalle rappresentanze sindacali e studentesche.
Se da un lato lo stage è uno strumento studiato ad hoc per incentivare i profitti padronali, è anche necessario constatare, che molti studenti, non hanno ancora coscienza del ruolo da loro assunto. Tanti alunni pur mal digerendo lo stage, accettano che la loro manodopera non venga pagata. Non si rendono conto di come siano palesemente sfruttati.
Il compito dei Csp sarà dunque quello di entrare nel vivo di queste contraddizioni, informando e spiegando agli studenti il contesto di asservimento ai bisogni aziendali in cui la scuola pubblica sta sprofondando. Allo stesso tempo avanzeremo senza riserve le nostre rivendicazioni, impostando una solida lotta che assuma carattere nazionale e che sappia raggiungere una maturità tale da coinvolgere a pieno il movimento dei lavoratori.