Tutto è iniziato per una provocazione di alcuni studenti di An che hanno richiesto e ottenuto un’assemblea in zona universitaria per - dicevano loro - discutere della Riforma Zecchino. In segno di protesta più di cento studenti si sono riuniti in un contro-presidio, seguito poi nei giorni successivi da assemblee che hanno riguardato anche la riforma e altri problemi. Si è partiti dall’aumento delle tasse (gli studenti di Bologna hanno una tassa annuale che oscilla tra 1,6 e 2 milioni di lire) per finire ai costi della mensa (12.000 per un pasto completo, la mensa universitaria più cara a livello nazionale).
Ma questa mobilitazione non è stata in grado di portare avanti una prospettiva di allargamento della lotta e si è "fossilizzata" sulla richiesta di spazi per "riprendersi l’università", non riuscendo ad accrescere il numero dei partecipanti alle assemblee, fermo sui 250-300 studenti.
Abbiamo deciso così come Comitati in difesa della scuola pubblica di produrre un volantino che riconducesse la lotta contro il vero nemico - la Riforma - e cercasse di coinvolgere attraverso un programma chiaro la maggioranza degli studenti. Per una mobilitazione efficace la lotta va estesa in tutte le facoltà.
Perché le assemblee che abbiamo visto in questi giorni costituiscano un importante punto di partenza le rivendicazioni di spazi e di una mensa a un prezzo equo non possono essere fine a se stesse, ma devono essere inserite in un più ampio percorso di lotta. La mancanza di tutto ciò si può verificare nel declino di partecipazione alle iniziative degli ultimi giorni.
Dobbiamo discutere facoltà per facoltà di un programma che parta dai problemi reali degli studenti (aumento delle tasse, costo della mensa, degli affitti, dei libri di testo, selezione) e che si estenda alla battaglia contro la riforma Zecchino.