Catastrofi imminenti
I produttori di Hollywood sono abituati a fare un mucchio di soldi tenendo un occhio all’aria che tira nel cuore della gente e l’altro alle necessità dell’imperialismo americano. Quale situazione possiamo dedurre dalla programmazione che Hollywood ci ha riservato quest’anno?
Non ci interessa certo qui fare un’analisi estetica dei film che arrivano dagli Stati Uniti, ma solo analizzare una tendenza che non può non destare interesse. Film come "Deep Impact", "Armageddon" "Godzilla" e altri non sono stati prodotti a caso in questo periodo e tutti assieme. Quali caratteristiche comuni possiamo osservare in questi film? E che cosa significano? Sono film in cui un pericolo imminente, spaventoso e del tutto fuori controllo minaccia la vita sulla Terra e in particolare gli Stati Uniti. Questo pericolo, così immane e catastrofico, può essere vinto in un solo modo: con lo sforzo di tutti gli uomini, uniti come fratelli, senza distinzione tra classi o nazioni. Alla fine un pugno di eroi, nove volte su dieci americani, salverà il mondo a costo della propria vita, di modo che tutti gli abitanti del pianeta possano continuare la loro vita di sempre. Certo, i film catastrofici non sono una novità, e non a caso l’ultima ondata di questi film venne negli anni ‘70 ("Airport", "Inferno di Cristallo", "Meteor", ecc.).
Sicuramente non si può escludere che un meteorite minacci la Terra, ma questo valeva anche nel 1950 o nel 1990. Che cosa spinge questa gente a lanciare proprio oggi film del genere, sicuri di averne un ritorno economico, sicuri che la gente si identificherà con la popolazione spaventata dal cataclisma imminente?
Non è un asteroide né un mostro simile a una lucertola a minacciare la nostra vita, ma una catastrofe altrettanto distruttiva e altrettanto senza controllo: la crisi del capitalismo mondiale. Una minaccia che non lascia scampo a nessun uomo e a nessun paese. Così come la crisi dell’Impero romano si riflesse nella diffusione di religioni che predicavano la fine del mondo, oggi la crisi epocale del capitalismo aiuta il diffondersi di una cultura catastrofista nella scienza e anche nell’arte.
Un pericolo oscuro, senza controllo si sta per abbattere su tutti noi. Ma non è proprio così che i giornali ci presentano la crisi delle borse? Un qualcosa di catastrofico che non dipende da nessuno e ci minaccia tutti? Il capitalismo è una società intrinsecamente fuori controllo, in cui non c’è nessuna pianificazione cosciente delle risorse e il gioco del mercato sostituisce la razionalità come principio di divisione del lavoro. Il mercato, qualcosa di impersonale che punisce gli uomini, quale migliore rappresentazione del mercato mondiale di un mostro alto cento metri o di un asteroide? Forse la crisi delle borse non provocherà onde alte mille metri, ma ha la stessa forza distruttiva e devasta le città peggio di un terremoto, come si può vedere visitando i centri di paesi pur ricchissimi come gli Stati Uniti o delle ex tigri asiatiche.
Insomma il male oscuro che minaccia l’umanità non viene dall’esterno, ma dalla stessa essenza di questa società, dal suo carattere anarchico e irrazionale.
Coscienti o meno di questo, i produttori di Hollywood sono interessati solo ai soldi e l’insicurezza che pervade strati sempre più vasti della popolazione è la molla del successo di questi film. Ma questi film non rappresentano solo la crisi epocale del capitalismo, sono anche un tentativo di fornire una risposta reazionaria alla crisi stessa. Come detto, solo lasciando da parte le inutili divisioni di classe, l’oppressione dell’imperialismo mondiale, e con la speranza dell’aiuto divino, l’umanità potrà salvarsi. Vorreste forse scioperare mentre un asteroide sta per colpire la terra? Vorreste impantanare la società in discussioni futili su disoccupazione o diseguaglianza sociale quando un mostro alto come un grattacielo fa a pezzi le nostre città? Lasciateci lavorare, lasciate fare ai tecnici della Nasa, che con il loro ingegno costruiranno il mezzo che fermerà il pericolo, salvando l’umanità.
Sarebbe bello se costruendo un veicolo spaziale si potesse eliminare il vero pericolo che minaccia il pianeta, ma purtroppo nemmeno tutti gli ingegneri del mondo potrebbero costruire quello che serve a evitare la catastrofe. La catastrofe si può evitare solo trasformando la società, sostituendo all’anarchia irrazionale del mercato la coscienza pianificatrice sociale, sostituendo allo sfruttamento da parte di un manipolo di ricchi, non ultimi i produttori di Hollywood, la libera associazione di tutti. Non una squadra di astronauti, ma la classe operaia internazionale deve porsi il compito di liberarci dalla minaccia che incombe e non dubitiamo che in questo compito saprà essere più eroica di qualsiasi eroico astronauta immaginato dalla fantasia hollywoodiana.