Lo scorso 23 marzo, nel quartiere popolare di Casalbertone, si è consumata l’ennesima aggressione fascista ai danni di militanti di sinistra.
Nel primo pomeriggio un gruppo di neofascisti proveniente dal Circolo futurista di Casapound ha assaltato il centro sociale Magazzini popolari. Armati di spranghe e bastoni hanno picchiato duramente alcuni compagni presenti, per poi andare via indisturbati; tutto ciò in pieno giorno e nonostante la presenza di alcuni agenti delle forze dell’ordine, che invece di fermare i “fascisti del terzo millennio” hanno identificato i compagni aggrediti.
L’aggressione è stata fortunatamente contenuta dallo spirito antifascista del quartiere che dai balconi ha iniziato a inveire contro i fascisti e a minacciare lanci di vasi. Alle 17 circa, il presidio antifascista antistante i Magazzini si è trasformato in un corteo cittadino; avvicinatisi al Circolo futurista, i militanti di sinistra e la gente del quartiere subito confluita per protestare contro la presenza delle camicie nere, sono stati bersaglio di sassi, fumogeni e bombe carta da parte degli estremisti di destra che avevano prontamente rimpinguato le proprie fila.
Come in molti altri casi, la polizia si è schierata a protezione delle camicie nere, caricando alle spalle i manifestanti antifascisti. Al danno si aggiunge la beffa! I futuristi “de noantri” hanno diramato un comunicato stampa in cui hanno ricostruito i fatti di sana pianta, adducendo come fantasioso pretesto degli scontri l’aggressione di un loro parente da parte dei militanti di sinistra: un vero inno alla letteratura fantasy! Questo ha permesso alla stampa borghese, in special modo al Corriere della sera, di classificare i fatti come scontri tra opposti estremismi. La copertura delle forze dell’ordine e il patrocinio dei media non sono casuali: l’attacco che sta portando avanti il capitale in epoca di crisi ha bisogno di propri difensori.
Il clima di repressione e austerità che ne scaturisce apre spazi per le forze estremiste di destra, che condividono col proprio padre padrone il timore che dalla crisi possa generarsi un movimento di riscossa che scuota da cima a fondo il sistema; che lo spettro della lotta di classe diventi realtà nel cuore d’Europa.
Tuttavia la risposta popolare e degli antifascisti del quartiere e il clima di fermento attorno a queste aggressioni ha fatto sì che il corteo del 25 aprile di quest’anno venisse precluso proprio a chi, attraverso le istituzioni, copre e difende questi personaggi e Alemanno e Polverini hanno dovuto starsene a casa mentre centinaia di antifascisti romani celebravano combattivi il loro 25 aprile.