Venerdì 29 aprile alle 10:30 tre studenti sono stati accoltellati all’ingresso della facoltà di Lettere e Filosofia della Federico II da un gruppo di fascisti del Nucleo Dirlewanger, il cui nome è associato ad un ufficiale delle Ss che si macchiò di diversi crimini di guerra. Tra gli aggressori troviamo anche Enrico Tarantino, dirigente di Casapound nonché candidato capolista di “Liberi con Lettieri” nella municipalità Stella-San Carlo. Gli studenti stavano ripulendo le mura della facoltà da svastiche, croci celtiche e minacce come “antifà vi buchiamo” comparse durante la notte precedente. Un avvenimento molto grave se si considera la poca permeabilità storica che i gruppi fascisti hanno avuto nella realtà napoletana. Erano infatti quarant’anni che non succedevano episodi come questi nella zona universitaria, mentre mai erano successi nella facoltà di Lettere e Filosofia, da sempre la roccaforte dell’antifascismo campano. La stessa sera del 29 si è verificata un’altra aggressione, questa volta con mazze da baseball e caschi, fuori l’università Orientale, a danno non solo degli studenti: quella sera infatti era prevista una festa a Palazzo Giusso e proprio durante questa che avviene l’agguato. Fortunatamente gli aggrediti non hanno riportato gravi ferite come i primi coinvolti in mattinata.
Questa ondata di violenza fascista non è casuale. Sono tre anni ormai che organizzazioni come Hmo (Hic Manebimus Optime), Casapound, Blocco studentesco e tanti altri gruppi neofascisti godono di una copertura politica e istituzionale.
Non è un caso che la violenza si sia consumata in pieno giorno. Non è un caso che gli studenti accoltellati siano ora sotto accusa per rissa aggravata. Non è un caso che i neofascisti siano ancora a piede libero! Ovviamente con questo non vogliamo delegare l’antifascismo alle questure o ai magistrati, anzi loro, come si vede, sono solo complici dello stato di cose presenti.
Allo stesso tempo come Collettivo studentesco di Napoli pensiamo però che con l’antifascismo militante si è persa la caratterizzazione di massa di questo movimento: alle lame non si può rispondere con altre lame! L’antifascismo deve essere organizzato e praticato in modo tale da avere il consenso politico delle masse attraverso la loro partecipazione attiva! È necessario costruire coordinamenti territoriali che escano dalle università e che promuovano attività di controinformazione. È dunque necessario saldare le lotte antifasciste con quelle territoriali e ambientali, dei lavoratori, delle donne, degli immigrati e dei disoccupati: l’elemento decisivo per sconfiggere i fascisti è proprio togliere loro ogni forma di base sociale sulla quale agire! L’antifascismo deve penetrare in tutte le vertenze che sono in atto e che si svilupperanno in questo paese. Tutti coloro che lottano per i propri diritti devono essere coscienti del ruolo che il fascismo ha avuto in questo paese: da sempre i fascisti svolgono il ruolo di tutori dell’ordine, di custodi dello status quo della borghesia nazionale, in ultima analisi di cani da guardia del capitalismo.
Sono questi i motivi principali che devono spingere il movimento antifascista su un livello politico più alto abbandonando ogni logica di guerra tra bande che non fa altro che allontanare gli studenti e i lavoratori dal movimento. Per tale motivo è necessario ricostruire proprio l’antifascismo di massa, quello che negli anni ’70 riusciva a imporsi con forza e a chiudere le sedi dei fascisti del Msi!