La classe operaia entra in scena
Gli avvenimenti in America Latina si stanno sviluppando a una velocità vertiginosa. La crisi del capitalismo ha un effetto durissimo sulle masse lavoratrici del subcontinente.
Il problema chiave della situazione non è la mancanza di una risposta combattiva di queste ultime agli attacchi della borghesia, ma l’assenza di un’alternativa politica anticapitalista da parte della direzione del movimento operaio. Uno sguardo alla situazione in diversi paesi sembra confermare queste nostre affermazioni.
La crescita economica che ha investito il continente negli anni ‘90 ha portato
i guru del capitale a parlare di un supposto miracolo economico.
Della crescita però hanno beneficiato solo le multinazionali, l’elite capitalista locale e settori limitati delle classe media.
Il boom non ha migliorato le condizioni di vita dei settori più poveri. Il debito estero dell’America Latina (700 miliardi di dollari) equivale ormai al doppio delle esportazioni del continente e le condizioni di vita delle masse precipitano: con l’eccezione della Colombia, Uruguay, Cile e Costa Rica il reddito pro capite dei paesi dell’America Latina era nel ‘94 inferiore a quello del 1980.
L’era di Alberto Fujimori è finita. Il despota del Perù si trova in una condizione di profugo nel suo paese di origine, il Giappone.