Numerosi comuni italiani hanno deciso di lasciare aperte le attività commerciali il prossimo Primo maggio. Riceviamo e volentieri pubblichiamo una lettera di un delegato di una grande catena di supermercati contrario a tale provvedimento.
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Ci sono grandi città come Milano e Firenze, dove le attività commerciali resteranno aperte il 1° maggio grazie alle deroghe concesse dai comuni. Comuni di colore politico diverso; di centro sinistra Firenze e di centro destra Milano, ma accomunati da quell’idea un po’ stravagante che per far volare l’economia si rende necessaria l’apertura delle attività commerciali sempre e comunque anche se la domenica corrisponde al Primo maggio; festa dei lavoratori. Anzi; l’assessore alle attività produttive del comune di Mlano, Terzi, sostiene che le varie iniziative di quella giornata faranno bene al commercio (mega schermi in piazza Duomo per la beatificazione di Giovanni Paolo II e, sigh!, la manifestazione del 1° maggio!!!). Terzi rincara la dose rammaricandosi per il fatto che la CGIL, che ha protestato, persegua una battaglia così stantia e superata. Non è di segno diverso la posizione di Renzi, sindaco di Firenze, che sottolinea la necessità di tenere aperti i negozi perché Firenze deve competere nel turismo mondiale e sottolineando che la legge Bersani del 1998 dà a lui questa possibilità.
Su una cosa Renzi ha ragione; la legge Bersani gli dà questa possibilità.
La Cgil, il 29 aprile, farà dei presidi contro queste decisioni. A Firenze ci sarà anche il segretario generale della Cgil Susanna Camusso. A Milano si sta ventilando, oltre al presidio, di dichiarare lo sciopero il 1° maggio.
Alcune considerazioni veloci:
la legge di cui sopra è di Bersani. Allora ministro del governo Prodi ed oggi segretario nazionale del PD.
Molti comuni, grandi e piccoli, a maggioranza centro sinistra non si discostano, con le proprie scelte, dai comuni di centro destra.
La Filcams e la Cgil fanno bene a contestare queste scelte, ma va anche sottolineato che in questi anni, insieme a cisl e uil hanno contribuito ad aprire il varco al lavoro domenicale accettandolo nel CCNL. ( Se è vero che l’ultimo rinnovo contrattuale del commercio è stato firmato da cisl e uil e non dalla Cgil, è altresì vero che nel contratto precedente erano previste le domeniche obbligatorie e in quel caso la Filcams Cgil firmò ).
Infine; ci sono comuni molto più piccoli di quelli sopra citati, che essendo tali non fanno notizia, ma che usano lo stesso metro di misura. Un esempio è il comune di Corbetta, in provincia di Milano. Il comune ha dato la possibilità di apertura delle attività commerciali il 1° maggio in quanto concomitante con la festa patronale. L’amministrazione comunale è a maggioranza centro sinistra !
In questo caso , però, a differenza degli esempi precedenti né la Filcams né la Cgil hanno ritenuto opportuno intervenire con dei presidi per protestare contro la scelta dell’amministrazione comunale e contro quelle attività commerciali presenti nel territorio che alla fine opteranno per l’apertura; tra queste l’esselunga.
Il primo maggio, sembra banale ricordarlo, è la festa dei lavoratori; non importa se questa festa cade di domenica o di lunedì. Il suo significato non cambia ed è veramente grave che, soprattutto, le amministrazioni di centro sinistra non siano sensibili a certe date. Grave, ma “comprensibile”. Tutte le forze politiche dell’arco parlamentare hanno oramai dichiarato la loro sottomissione, il loro sostegno, alla borghesia; agli imprenditori di ogni ordine e grado.
Meno comprensibile è l’atteggiamento ondivago della Cgil ed in questo caso della Filcams. Come mai non si fa una campagna forte su questo tema ? Perché sul territorio del Ticino Olona non si è organizzato niente ?
Venerdì 6 maggio ci sarà lo sciopero generale della Cgil; non sono anche questi temi, (aperture domenicali, primo maggio, insomma diritti dei lavoratori), da inserire nelle motivazioni per cui si chiede di aderire allo sciopero ? Come Rsu Esselunga di Corbetta stiamo facendo il massimo dello sforzo per convincere tutte le lavoratrici ed i lavoratori del negozio a non lavorare il primo maggio ed a scioperare il 6, ma non basta. Ci vuole l’intervento di tutto il sindacato; ci vuole visibilità, ci vuole il contatto con la clientela, con i consumatori che sono loro stessi lavoratori. Il consenso va costruito giorno per giorno, lavorando sodo, ma anche l’aspetto mediatico non va sottolineato; però per fare qualsiasi cosa ci vuole la volontà. Nel Ticino Olona c’è questa volontà ?
* Rsu Esselunga Corbetta (Mi)