Lettera di Cesar Zelada dal carcere di San Pedro - Falcemartello

Breadcrumbs

Lettera di Cesar Zelada dal carcere di San Pedro

Pubblichiamo qui di seguito una lettera che Cesar Zelada ha inviato dal carcere. Colpisce il trattamento umiliante che la polizia boliviana ha inferto al compagno e il chiaro intento persecutorio del magistrato, che accusa Cesar di avere con sé "propaganda marxista". Ma la cosa più importante è che il morale del compagno è sempre alto, così come è intatto il suo spirito rivoluzionario.

Cari compagni

Vi scrive il vostro compagno Cesar per mettervi al corrente che martedì 14 Settembre dell’anno in corso, approssimatamente alle 2 del pomeriggio, mentre mi recavo a incontrare un amico che vive nel distretto La Florida (la Paz), sono stato arrestato dalla Polizia Tecnica Giudiziaria (Ptj) boliviana.Sono stato accusato di detenzione di materiali esplosivi, in particolare di un candelotto di dinamite, in osservanza all’articolo 221 del codice boliviano.

Dopo essere stato perquisito, denudato ed ammanettato per strada, sono stato trasferito al commissariato di zona, sono stati violati i miei diritti come essere umano (mi riferisco alla presunzione di innocenza). In seguito sono stato insultato, interrogato e filmato dai servizi di sicurezza boliviani, tutto ciò in assenza del mio avvocato difensore (la cella dove mi hanno portato era in condizioni molto precarie).

Il giorno mercoledì alle 2,30 del pomeriggio si è svolta la mia udienza pubblica. Erano presenti Miguel Zubieta, della Federazione Sindacale dei Minatori di Huanuni, e rappresentanti di varie organizzazioni di difesa dei diritti umani.

Il Pubblico Ministero, Hinijoso, è arrivato in ritardo (più o meno alle 3 del pomeriggio) ed ha esposto la sua tesi, dicendo che mi sono rifiutato di dare le mie generalità, che portavo con me propaganda marxista, che ho "mentito" sul mio domicilio ed ha mostrato un candelotto di dinamite, concludendo che non ho un domicilio dove rintracciarmi fino alla conclusione delle indagini (che potrebbero durare fino a 6 mesi), e chiedendo la mia detenzione preventiva.

Alla fine il giudice ha dichiarato: "visto che non ci sono garanzie sul domicilio, il verdetto è di detenzione preventiva fino alla conclusione delle indagini".

Uscendo dal Tribunale Zubieta mi ha espresso la sua solidarietà e mi ha promesso che Solares (il segretario della COB) si sarebbe interessato del caso.

I compagni studenti dell'Università Tecnica di Oruro in lotta contro la cricca corrotta e per una “rivoluzione universitaria” stanno sviluppando ad Oruro una campagna di solidarietà con volantini ed assemblee pubbliche per la mia liberazione.

Dopo 4 giorni di carcere nel Ptj, senza cibo e in precarie condizioni di salute (frutto dell'assenza delle cose più elementari nella cella del Ptj) mi hanno portato nel carcere di San Pedro, dove sono stato assegnato alla sezione Los Pinos (quella per i detenuti stranieri ndt.).

Ho bisogno del vostro appoggio con una campagna di solidarietà sulla mia situazione politica qui in Bolivia.

Confido anche nella solidarietà decisiva degli studenti di Oruro che hanno prodotto un documento a sostegno della lotta peruviana del 22 Settembre, documento che purtroppo è nelle mani della magistratura.

Ora posso comprendere ancora più da vicino la sofferenza dei compagni lavoratori e giovani iracheni, palestinesi, colombiani haitiani etc.

VIVA L'UNITA' DEI LAVORATORI LATINOAMERICANI E DI TUTTO IL MONDO!
ABBASSO L'IMPERIALISMO YANKEE!
VIVA LA LOTTA UNIVERSITARIA PERU'-BOLIVIA!
SOCIALISMO O BARBARIE!
VINCEREMO!

Cesar Zelada, Prigione di san Pedro La Paz

19 settembre 2004