Giovedì 19 marzo è stato firmato il contratto integrativo Coop Estense, scaduto da cinque anni, cancellato unilateralmente quasi un anno fa dalla cooperativa e sostituito da un regolamento interno.
Nonostante il testo non sia ancora stato distribuito, alcuni punti sono già emersi dal comunicato della Filcams-Cgil apparso sui giornali locali.
Da una parte, alcuni punti sono indubbiamente un passo avanti rispetto ad ora. Viene ripristinato il premio aziendale senza distinzione tra vecchi e nuovi assunti; vengono sancite circa 150mila ore annue da utilizzare (per il triennio di vigenza del contratto) per aumentare l’orario di 750 lavoratori part-time; infine, viene previsto un calendario delle aperture festive semestrale per gli ipermercati e quadrimestrale per i super, che dovrebbe, almeno in parte, mettere fine alla pratica aziendale di comunicare i turni nei giorni festivi con un preavviso minimo.
Altri punti sono però fortemente negativi.
Il salario variabile di 1.600 euro continua ad essere legato soltanto all’andamento degli obiettivi di vendita e dei risultati del singolo reparto, aspetti sui quali i lavoratori non hanno controllo e quindi a discrezione della cooperativa.
Le maggiorazioni festive passano dal 100% al 50-60%, con la giustificazione che le maggiorazioni precedenti erano di un periodo con rare aperture festive.
Insomma, ancora una volta vengono subordinate le necessità dei lavoratori alle esigenze aziendali.
Inoltre pur notando l’aspetto positivo per la vita dei lavoratori del calendario per le aperture festive, bisogna notare come, con questo accordo, la Filcams chiuda definitivamente il discorso contro le aperture festive, che tanta rabbia aveva scatenato nei lavoratori.
Certo è che se dopo otto ore di sciopero il 23 dicembre, Coop Estense ha lasciato da parte l’arroganza mostrata fino a quel momento ed è tornata al tavolo di trattativa, è tutt’altro che campata per aria l’idea che portare fino in fondo lo stato di agitazione (erano previste altre quattro ore) avrebbe potuto conquistare condizioni migliori. Inoltre, si sarebbe potuta rinsaldare, almeno in parte, la fiducia dei lavoratori nel sindacato.
Ora l’ipotesi di accordo sarà illustrata con assemblee nei punti vendita. Probabilmente l’accordo passerà, tuttavia arrivare alle assemblee senza aver minimamente coinvolto i lavoratori nella stesura della piattaforma – comparsa infatti dal nulla dopo che per anni si è lavorato di rimessa sulle proposte aziendali – e senza aver dato preventivamente ai lavoratori il testo da approvare, non può far altro che aumentare il distacco dalle questioni sindacali.