Bologna – Siamo di fronte allo sfacelo della scuola pubblica. I tagli degli ultimi anni hanno reso ingestibile i singoli istituti e la situazione peggiora sempre di più.
In questi giorni è anche in corso la protesta dei lavoratori delle pulizie delle scuole bolognesi, in appalto alla Manutencoop, che subiscono un taglio del 35% dei fondi con peggioramenti di condizioni di lavoro e contrattuali. Ma se gli studenti protestano contro questa situazione la risposta è il 5 in condotta, ovvero la minaccia della bocciatura.
è questo il caso dell’Istituto professionale Rubbiani di Bologna. Quest’anno gli studenti hanno deciso di occupare la scuola contro il taglio di una materia fondamentale per un istituto ad indirizzo grafico, fotografia. Come si può formare dei futuri grafici senza la materia di fotografia? Con quale titolo e competenze andiamo a cercare lavoro una volta preso il diploma?
Non solo vengono tagliate delle materie importanti senza coinvolgere minimamente gli studenti in una discussione di questo tipo ma è stato persino negato il diritto di poter fare un’assemblea di istituto ogni mese. Naturalmente il preside, quasi mai presente nella sede interessata, non ha perso l’occasione per andare a scuola e chiedere di fermare subito l’occupazione. La risposta è stata: “grazie dell’interessamento ma ora decidiamo noi!”.
Gli studenti stanno vivendo nella loro pelle lo smantellamento della scuola pubblica. In molte scuole bolognesi vengono distribuite agli studenti delle tessere per avere gli sconti nei negozi del centro (un bel giro di affari…) ma la qualità didattica e delle strutture scolastiche sta solo vedendo un drastico peggioramento.
L’occupazione del Rubbiani è stata una delle proteste più organizzate lo scorso autunno a Bologna. In una settimana sono state fatte assemblee, dibattiti e flash mob. Ad un’assemblea sulla scuola pubblica organizzata con la presenza di Sempre in lotta erano presenti un centinaio di studenti. Un gruppo di ragazzi una mattina sono andati a dare il loro sostegno, con tanto di striscione, agli studenti del Leonardo da Vinci di Casalecchio che in quei giorni hanno perso un loro compagno, drammaticamente finito sotto un treno mentre andava all’autogestione della sua scuola.
Ci vogliono supini ad osservare, magari anche con approvazione, i continui attacchi che riceviamo quotidianamente che non possono far altro che negarci un futuro dignitoso. Invece quello che abbiamo visto in quei giorni è stata l’organizzazione di una protesta, la volontà di dire “contro questi attacchi noi siamo sempre in lotta” (lo striscione appeso ai cancelli in quei giorni).
La risposta alle richieste di quell’occupazione è arrivata negli scorsi giorni. Nessun passo indietro è stato fatto in materia di assemblee d’istituto e tantomeno per quanto riguarda la materia di fotografia. No, l’unica differenza che gli studenti hanno trovato alla chiusura del quadrimestre è stato il peggioramento dei voti in condotta e il 5 in condotta per Imen che in quei giorni più si è esposta per rappresentare le istanze della lotta.
C’è la necessità di organizzarsi contro questi attacchi, non dobbiamo permettere che oltre ad imporci i tagli pretendano di farci sentire colpevoli per non averli accettati in silenzio. Se colpiscono uno studente per aver sostenuto apertamente le richieste di tutti la risposta deve essere collettiva.
Non ci devono colpevolizzare per esserci organizzati, anzi questi attacchi ci dicono che dobbiamo organizzarci ancora di più nelle scuole per essere pronti a rispondere colpo su colpo. Perché contro i tagli alla scuola pubblica e la repressione dei presidi c’è la necessità di essere sempre in lotta!