Che facciamo ora? L’occupazione nella mia scuola è finita, non ci sono altre manifestazioni in programma… sì certo, la riforma non è passata, ma la mia scuola cade ancora a pezzi!
In tanti, tra i giovanissimi che hanno invaso le strade dal Nord al Sud del paese quest’autunno, si staranno ponendo questa domanda rientrando dalle vacanze natalizie. La sola risposta che possiamo dare è che la nostra lotta deve necessariamente continuare. Gli attacchi del governo Monti sono stati solo l’ultima goccia, dopo un ventennio in cui l’istruzione pubblica è stata smantellata a colpi di controriforme: ecco perchè il diritto allo studio in questo paese è tutto da riconquistare. Per conto nostro mettiamo l’esperienza di Sempre in lotta a disposizione di quanti vorrano organizzarsi con noi nel prossimo periodo.
All’inizio dell’anno scolastico siamo partiti con una campagna verso le elezioni d’istituto, che si è caratterizzata per il tentativo di connettere la lotta interna alle scuole in difesa del diritto allo studio a quella esterna, e più generale, contro le politiche di austerità del governo. Presto, l’aria nelle scuole ha cominciato a riscaldarsi e la battaglia elettorale si è legata inevitabilmente alle mobilitazioni del 5 e del 12 ottobre. In alcune città, infatti, abbiamo convocato noi stessi i cortei autunnali, come nel caso di Parma, Varese, Crema ed Agrigento.
Gli studenti che sono scesi in piazza hanno dimostrato un grande interesse per le lotte che i loro coetanei stanno portando avanti nel resto d’Europa; il succeso della campagna in solidarietà con i marxisti di Syriza, portata avanti insieme ai compagni di FalceMartello, ci ha dimostrato proprio questo. Eleggiamo nostri rappresentanti nelle scuole di Crema e nella provincia di Caserta (Maddaloni), mentre nascono nuovi collettivi di studenti medi a Milano, Varese e Agrigento e i primi nuclei a Busto Arsizio (Va). Oltre a Milano, anche a Bologna, Roma e Napoli, orientiamo i nostri collettivi universitari davanti alle scuole superiori e cominciamo ad avere i primi risultati.
Il 14 novembre, nella giornata dello sciopero europeo, abbiamo assistito alla dimostrazione plastica di un salto qualitativo nel movimento che supera, seppure parzialmente, i limiti delle precedenti mobilitazioni del 2008 e del 2010. Nonostante fossero insufficienti le piattaforme della Cgil e delle organizzazioni studentesche tradizionali, istintivamente gli studenti hanno compreso la necessità di unirsi ai lavoratori e in alcuni casi sono stati un elemento di sprone nei confronti di alcune categorie rispetto all’arretratezza del sindacato.
Sempre in lotta è stata in prima linea nelle principali piazze dal Nord al Sud del paese con i suoi spezzoni dietro lo slogan dell’unità studenti-lavoratori e per la costruzione di uno vero sciopero generale in grado di bloccare realmente il paese sull’esempio del movimento in Grecia. In quell’occasione abbiamo lanciato il nostro foglio, che potete leggere online sul nostro sito (www.sempreinlotta.org), diffondendone più di 300 copie nella sola mattinata del 14. Attraverso questo strumento, vogliamo provare non solo a diffondere la nostra piattaforma e il nostro punto di vista nel dibattito del movimento studentesco, ma dare spazio alle lotte giovanili a livello internazionale, oltre ad ospitare le corrispondenze sulle vertenze locali che potete inviarci scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
L’ondata di occupazioni e di autogestioni che è arrivata in seguito è stata la cristallizzazione di questo processo di radicalizzazione. Queste pratiche di lotta hanno posto gli studenti di fronte a un antico dilemma del movimento giovanile, come del movimento operaio. Chi decide gli sviluppi della lotta? Come organizziamo le nostre forze? Dove troviamo i soldi per produrre il nostro materiale? Come ci difendiamo dai fascisti o dalla polizia?
Il primo strumento, il più semplice per rispondere a queste necessità in una scuola è il collettivo. Nelle occupazioni dove Sempre in lotta è intervenuto, ha messo a disposizione le sue energie e ha giocato un ruolo di direzione, rafforzando la sua presenza nelle realtà dove era già presente e conquistando nuovi contatti in altre.
Molti collettivi nascono nei momenti di ascesa di un movimento nazionale per poi scomparire nei momenti di riflusso. Senza presunzione possiamo dire che Sempre in lotta è diverso, proprio perchè c’era prima che scoppiasse il movimento, c’è stato durante e ci sarà anche adesso che il livello di mobilitazione è diminuito.
È esattamente questo il momento in cui noi faremo il lavoro più difficile, continueremo a riunire i nostri collettivi periodicamente, continueremo a discutere non solo di questioni legate strettamente alla scuola e all’università ma anche alla società nella sua interezza. Ci troverete in prima fila nella lotta per la palestra, per la mensa, contro il caro trasporti, ma anche contro la chiusura di una fabbrica, contro la precarietà e il neofascismo. Vi proponiamo
di organizzarvi insieme a noi nella vostra scuola per combattere prima di tutto contro la privatizzazione della scuola pubblica, consapevoli del fatto che non possiamo ottenere un reale diritto allo studio all’interno delle compatibilità del capitalismo.
Il movimento dello scorso autunno ha avuto caratteristiche differenti rispetto agli ultimi anni, non solo per l’età anagrafica dei suoi partecipanti, ma soprattutto per la radicalità delle sue istanze e le sue forme di lotta. Come in Grecia e in Spagna, una nuova generazione è scesa in piazza contestando prima di tutto le politiche di un governo che difendeva gli interessi delle banche e delle imprese a danno della maggioranza della società.
Questa è solo un’anticipazione dei processi futuri, che presto investiranno larghi settori della società. Dobbiamo essere pronti perchè il prossimo autunno potrebbe essere ancora più caldo dell’ultimo.