Pubblichiamo un articolo sulla rissa avvenuta tra "bolobene" e "bolofeccia" a Bologna, dal sito di Sempre in lotta.
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A Bologna l’inizio dell’anno scolastico è iniziato con una sorprendente “maxi-rissa” tra decine di giovani ai Giardini Margherita. In attesa che le indagini chiariscano fatti e portata della rissa fra adolescenti ai Giardini Margherita, scatenatasi venerdì 13 pomeriggio dopo ripetuti insulti scambiati in Rete e anche dal vivo, cerchiamo di andare oltre la superficie della “scazzottata” e comprendere la natura del disagio che ha portato ad un’azione simile.
I due gruppi contrapposti, Bolobene e Bolofeccia (i nick usati sul sito Ask.fm) si confrontavano da diverso tempo sul social network. La stampa locale e nazionale, scandalizzata dal fatto che “i nostri giovani” si siano presi a botte dandosi appuntamento in un parco, ha caratterizzato l’appartenenza a uno dei due gruppi come una questione di stile di vita: “mini-car contro motorini e autobus”, “veri vestiti firmati o dei falsi”, “frequentazione di un liceo oppure di un tecnico” ecc. Da una parte, in sostanza, i liceali del centro, dall’altra giovani che frequentano istituti tecnici della periferia, tra cui anche stranieri.
Il Comune di Bologna non riesce a far altro che esprimere “grande preoccupazione”, dalle dichiarazione degli assessori Pillati e Frascaroli. Ma queste amministrazioni non si preoccupano minimamente di pensare alle conseguenze sociali quando chiudono i drop-in, smantellano gli asili nido comunali privatizzandoli, finanziano le scuole private, aumentano il costo del biglietto degli autobus. Mentre sulla stampa vengono rilasciate dichiarazioni ipocrite, nel frattempo si continua con la via della repressione e della minaccia: “Ask non garantisce l’anonimato e come Facebook è in grado di fornire informazioni alle forze dell’ordine” dichiara il vicecomandante della polizia postale regionale Russo rivolgendosi ai giovani in questione. In verità la loro unica e vera preoccupazione è quella di difendere lo status quo, dunque che i “bolobene” stiano tranquilli senza che noi “feccia” alziamo troppo la testa.
Quelle che i giornali mascherano come distinzioni “estetiche” o sociali non sono altro che differenze economiche. Una distinzione di classe c’è tra i due gruppi coinvolti nella rissa. Questo non significa affatto che non ci siano sfumature. I giornali hanno cercato di farne una questione di scontro tra istituti (licei contro tecnici) ma da alcune interviste fatte agli studenti del liceo Galvani emerge proprio la volontà di non venire identificati con il gruppo Bolobene.
Questo è un fatto esemplare di come gli scontri nella società abbiano sempre più un connotato di classe: prima si vedevano risse tra diverse tifoserie (tipo Fortitudo contro Virtus) oppure tra italiani contro gli immigrati, ora vediamo come italiani e immigrati stanno a fianco e si scontrano con i ricchi.
Questa contrapposizione sociale si è acuita ancor di più a causa della crisi, mandando al lastrico migliaia di famiglie, di conseguenza aumentando il disagio dei più giovani nei confronti dei loro coetanei più fortunati.
Una resa dei conti contro i “fighetti” può servire a rimuovere per un attimo i sorrisini sprezzanti che ci rivolgono ma non placa il senso di frustrazione che proviamo vivendo in quartieri desolati, studiando in scuole fatiscenti e senza nessuna possibilità di realizzazione. Il nostro obiettivo è quello di organizzarla questa rabbia e scagliarla contro un sistema che lascia senza lavoro milioni di lavoratori e impedisce ai giovani di avere un futuro.
Sempre in lotta - Bologna