Marcianise (Ce) – Quando mancano i soldi alla scuola pubblica, si licenziano i professori e i lavoratori del personale Ata, si chiudono i laboratori, mancano i materiali per fare lezione, diminuisce drasticamente il livello della qualità della didattica! Il governo Berlusconi con la legge 133, il ddl Aprea e la controriforma Gelmini, ha dato la stangata finale all’istruzione pubblica dopo un processo di privatizzazione che va avanti da più di vent’anni.
Gli effetti devastanti si vedono ogni giorno e gli studenti insieme ai lavoratori della scuola e dell’università li vivono tutti i giorni sulla pelle.
L’anno scolastico in provincia di Caserta è iniziato con le mobilitazioni dei precari della scuola, 800 tra docenti e personale Ata, che continuano a rivendicare il diritto al lavoro, pochi mesi prima la protagonista è stata la lotta dei ricercatori della Seconda Università di Napoli insieme agli studenti del Polo scientifico di Caserta. Tutti vittime della più grande stagione di tagli che l’istruzione pubblica abbia mai conosciuto, come dimostrato dal fatto che anche la più piccola scuola di provincia ne subisce le conseguenze e si mobilita spontaneamente in difesa del diritto allo studio.
è quello che è successo all’Istituto d’Arte di Marcianise (Ce) succursale della sede di Cascano – Sessa Aurunca. Quest’anno ci sono ben 40mila euro in meno per il materiale
didattico, una cosa vergognosa in un istituto che già vive in condizioni pietose poiché sito in un condominio privato non adeguato per l’uso scolastico. Non è certo una novità in provincia di Caserta, dove la maggioranza delle scuole manca del certificato di agibilità.
Ma gli studenti hanno alzato la voce e non hanno piegato la testa, in seguito a numerose richieste fatte a dicembre, il 31 gennaio e il 1 febbraio, dopo i picchetti, il blocco stradale, l’occupazione del cortile e le assemblee straordinarie, un passo in avanti è stato fatto. Parte del materiale della sede centrale di Cascano è stato portato a Marcianise, e in più sono stati stanziati circa 4milioni di euro per l’edificazione di un nuovo istituto, anche se ancora nulla è certo rispetto all’inizio dei lavori. Questo dimostra come bisognerà vigilare sulla gestione dei soldi, un compito che solo gli studenti e i lavoratori potranno svolgere; lo stesso materiale concesso, per ora solo a parole, non basterà per sempre. Ma abbiamo capito come ottenerlo anche in futuro: con la lotta.
Non possiamo dividerci la miseria, per una didattica di qualità c’è bisogno di una scuola sicura, con aule grandi e non sovraffollate, con il materiale per svolgere le lezioni gratuito, ma soprattutto con i lavoratori che possano garantire le lezioni, il funzionamento dei laboratori e di tutta la struttura scolastica.
Per questo studenti e lavoratori della scuola devono unirsi come hanno fatto in questi mesi, ma stavolta coordinando la lotta, unica garanzia per la vittoria.