Negli ultimi anni il numero di scuole con le “classi pollaio”, termine con cui si indicano le aule sovraffollate, è aumentato ed è destinato ad aumentare. Questo grave problema non è un errore di programmazione scolastica, come spesso si sente dire dal ministro Gelmini, ma è la conseguenza di un piano ventennale di controriforme e tagli conseguenti.
La mannaia dei tagli si è abbattutta sulle scuole serali, da sempre bistrattate a Milano e considerate dei “diplomifici per studenti cretini”, una frase usata dal precedente assessore Moioli, quando in realtà sono spesso l’unica possibilità per i lavoratori, italiani e immigrati, di accedere al diploma. La carenza cronica di personale docente e il taglio delle aule con il grande numero di iscrizioni porta a numeri inimmaginabili.
L’ultima scuola che ha fatto venire alla luce questo problema è l’istituto Bertarelli, occupato dagli studenti del corso serale il 14 settembre. La goccia che ha fatto traboccare il vaso, portando gli studenti a lottare per il diritto allo studio, è stata la formazione di una quarta classe superiore da ben 59 studenti, che poteva far lezione solamente in aula magna; una superclasse che si aggiunge alle altre sovraffollate dell’Istituto: una seconda superiore formata da 44 studenti più 9 in attesa di iscrizione e una terza superiore formata da 33 studenti più 26 in lista d’attesa, mentre le prime cinque classi si spartiscono 158 iscritti più 50 in attesa.
A sostegno dell’occupazione sono intervenuti il preside della scuola Carlo Columbo, e l’Flc-Cgil, sollecitando l’intervento dell’Ufficio scolastico per aumentare il personale docente e formare più classi.
L’occupazione del Bertarelli è durata due giorni e ha portato a casa un piccolo risultato: il provveditorato, con la paura che un’occupazione di questo tipo potesse estendersi, ha subito promesso di mandare “gli organici necessari” e di sdoppiare le classi sovraffollate, Studenti e preside hanno accolto favorevolmente la comunicazione dello sdoppiamento delle classi seconde, terze e quarte secondo le normative e interrotto l’occupazione.
Tuttavia viene ridotto il numero delle prime classi, che da 5 passano a 3, negando la possibilità agli iscritti di quelle due classi tagliate di poter studiare. In precedenza era stata la regione ad affermare che le classi pollaio non esistevano e che i presidi dovevano fissare un numero limite di iscrizioni. Questo significa negare il più elementare diritto allo studio.
Il Bertarelli non è un caso isolato, è solo la punta di un iceberg composto da migliaia di scuole, diurne e la stragrande maggioranza delle serali, nelle medesime condizioni. Diciamo basta a tutto ciò e lottiamo per un limite di 20 alunni per classe, in difesa dei posti di lavoro nella scuola, e per una scuola pubblica, laica e di massa.