Ci voleva l'esperto del Sole24ore (1), Riccardo Sorrentino, una vita a scrivere di economia, per farmi capire come l'Europa aiuta la disastrata Irlanda.
Ottimista Sorrentino: “l'Unione ha mostrato capacità di reagire” partorendo un pacchetto di aiuti che ammonta a 85 miliardi di euro, dei quali però 17,5 (diciassettevirgolacinque) saranno “messi a disposizione dallo stesso governo di Dublino”. Il quale, ideona, “li preleverà, in grandissima parte, dal National Pensions Reserve Fund, il fondo creato nel 2001 per finanziare il welfare dal 2025”. Saggio Sorrentino: “scelta pragmatica, i debiti ipotecano sempre il futuro” e io, commosso, penso: ma questo che razza di aiuto è se un quinto dei soldi ce li mettono fin da subito gli stessi irlandesi, demolendo risorse stanziate per lo stato sociale? Occhio, i miliardi non sono 85, sono 67,5. Messi a disposizione in parte dal Fondo Monetario Internazionale (noto covo di filantropi e illuministi), in parte direttamente dall'Unione Europea, in parte da entrambi (magia!).
Il Fondo Monetario Internazionale stanzia infatti 22,5 miliardi: rivorrà i soldi (tutti, con gli interessi) entro 10 anni, ma, udite udite, per i primi 4 anni e mezzo l'Irlanda potrà anche non pagare i rimborsi, che umanità. Interesse annuo per i primi tre anni: 3,12%, per gli anni successivi 4%. Non c'e' che dire, gli Irlandesi sono proprio fortunati a ricevere un aiuto di 22,5 miliardi impegnandosi a restituirne 31 entro 10 anni (3,12% per 3 anni + 4% per 7 + 22 miliardi).
Altri 22,5 miliardi saranno “donati” dall'Unione attraverso lo European Financial Stability Mechanism, un fondo di circa 60 miliardi gestito direttamente dalla Commissione Europea per le emergenze, soldi versati dai paesi area euro, su base demografica (quota irlandese 1,5%, quota italiana 17%). Piuttosto inquietante che per prosciugare più di un terzo del “fondo emergenza” basti una crisi ampiamente prevedibile in un membro dell'Unione con la stessa popolazione della nostra amata Emilia Romagna...
I restanti 22,5 miliardi ce li metterà un organo ibrido, lo European Financial Stability Fund, un fondo costituito dall'Unione Europea, dal Fondo Monetario Internazionale (ancora loro, i benefattori...) e da uno strano gruppo di Stati: la Svezia (ci mette 0,6 miliardi) la Danimarca (0,4 miliardi) e la Gran Bretagna con 3,8 miliardi! Gli inglesi quindi: gli irlandesi dovranno pagare entro sette anni agli odiati vicini interessi che oggi “comporterebbero un tasso del 5,8%”. Povero Connolly.
Sottopongo la situazione irlandese a mia madre, operaia per trent'anni in ceramica e attualmente in mobilità, solide radici contadine, master in Managing of Domestic Economy for the Development of Working Class Heroes: ride amaramente di fronte alle parole, sempre le stesse, dei padroni, ride di un aiuto che in realtà è chiaramente un cappio, un prestito da restituire in tempi brevi, con alti interessi, da versare in parte anche al nemico di sempre.
E quest'operazione dall'alto profilo umanitario a che servirà?
Dei 67,5 miliardi 35 andranno direttamente alle banche: “10 miliardi per la ricapitalizzazione”, cioè tappare i buchi subito, “altri 25 per altre necessità”. Cosa vuol dire altre necessità? Si riceve un prestito con il 4% di interesse annuo e si sversano 25 miliardi in “altre” necessità? Ci pensa il ministro delle Finanze irlandese e il Commissario Ue agli Affari Economici a togliere ogni dubbio: i rimborsi alle banche saranno “integrali”. Le banche speculano, creano la bolla, la bolla scoppia, e poi tutto viene ripianato indebitando un intero popolo per decenni. Hanno speculato così tanto che il capitale fittizio è un'enormita' fuori controllo e tutta questa operazione serve per far raggiungere alle banche “un capitale pari al 12% dell'esposizione”, per coprire “solo” un ottavo della bolla... E siccome per tenere in piedi le banche ci si indebiterà parecchio ecco che Sorrentino ha pronta la lista dei sacrifici, “le nuove misure di austerità”, al Sole24ore le chiamano così: “occorrerà aumentare l'età pensionabile” (ma guarda!), “tagliare del 4% le pensioni statali” e “del 10% gli stipendi pubblici dei nuovi assunti” e inoltre: “riduzione del salario minimo” e “un nuovo sistema di sussidi che favorisca l'uscita dalla disoccupazione” (come? con l'eutanasia?). Prima di attaccare col solito mantra, doverosa premessa del giornalista confindustriale: ovviamente, scrive Sorrentino,“non saranno toccate le imposte sulle aziende” (non sia mai!), “una delle chiavi del successo dell'economia” . Beh, gran bel successo, davvero.
Studieranno nelle scuole gli scritti di questi “esperti” quando vivremo nel socialismo, irlandesi compresi. I ragazzi rimarranno inorriditi come noi lo siamo oggi di fronte ai sacrifici umani degli aztechi: che barbarie il capitalismo, che ipocrisia, sacrificavano interi popoli, traevano profitti perfino dalla loro agonia.
1) Il Sole 24 ore, 30 novembre 2010.