La federazione di Roma del Prc, con assise finale fissata per l’11 e 12 dicembre, celebra il suo congresso straordinario, al termine di una crisi feroce all’interno del gruppo dirigente uscito da Chianciano, segnato implacabilmente dalla subordinazione della svolta a sinistra al tentativo di mantenere i legami col centrosinistra a Roma e nel Lazio.
Il congresso si svolge in un momento di grave arretramento di Rifondazione a Roma, passata dai 3.700 iscritti del 2008 ai 1.200 circa di ottobre 2010: una crisi che ha praticamente spazzato via i circoli aziendali, passati da 18 a 6.
Dopo aver partecipato ai lavori della commissione per la scrittura del documento congressuale, abbiamo constatato che l’obiettivo era semplicemente arrivare a quella minima base di condivisione (minima davvero, visto che Sinistra e libertà e la Cgil non sono mai nominati, il Pd una volta!) che, solo nella migliore delle ipotesi, potrà portare alla elezione di un nuovo gruppo dirigente ma che, con tutta probabilità, servirà a poco o nulla per rilanciare il partito a Roma.
Presenteremo quindi un nostro documento alternativo: “Dal 16 ottobre rilanciamo il conflitto e l’alternativa di classe a Roma”.
Anche se le elezioni comunali non sono propriamente dietro l’angolo, in un partito che ha visto completamente erosa la sua presenza nelle periferie da 15 anni di collaborazione con il centrosinistra del “modello Roma” (ora fatto proprio da Alemanno senza bisogno di alcuna soluzione di continuità), il tema del rapporto col Pd ha impegnato molte delle discussioni pre-congressuali.
Su questo punto, mentre il testo uscito a maggioranza dalla commissione di scrittura del documento, pur al termine di un ragionamento condivisibile sui poteri forti a Roma, brucia completamente la giustezza di questa analisi riproponendo la proposta di inserirsi nelle contraddizioni del centrosinistra (rifacendosi nei fatti all’alleanza competitiva con Veltroni e Rutelli, che ha aperto la strada ad Alemanno), il nostro documento propone la chiusura definitiva di quella stagione, con la proposta di costruire, a partire dal 16 ottobre, un polo della sinistra di classe che sia completamente alternativo al Pd e al centrosinistra.
Roma viene spesso citata come esempio di costruzione della Federazione della sinistra. Del tutto incomprensibile da dove prenda le mosse l’illusione che qui questo progetto, così in crisi a livello nazionale, possa vantare una maggiore vitalità.
I municipi che fanno i congressi territoriali, prima di quello nazionale della Fds, risultano essere, a stento, un quarto del totale in cui è diviso il comune di Roma, mentre in nessun territorio c’è l’avvicinamento di qualche struttura rappresentativa di una qualche mobilitazione. Tutto questo per non dire di come la ratifica, negli organismi regionali della Fds, dell’accordo con la Bonino nel Lazio, sia stata utilizzata per piegare la resistenza a questo nuovo disastroso accordo elettorale, che si era manifestata in più di un’occasione tra la maggioranza dei militanti del partito a Roma.
Così, mentre il documento di maggioranza lascia gli iscritti e militanti di Rifondazione a Roma nell’attesa messianica di un “salto di qualità” nella costruzione della Federazione della sinistra, il giudizio espresso nel nostro documento è necessariamente negativo, sulla base dell’esigenza di una chiara correzione di una linea che sta paralizzando il Prc, a Roma come altrove.
Particolarmente scottante a Roma è il tema del diritto alla casa: rilanciamo la parola d’ordine della requisizione delle case sfitte, in possesso delle grandi immobiliari che speculano nel mercato finanziario, e proponiamo l’idea della difesa intransigente del patrimonio immobiliare degli enti pubblici con canoni d’affitto popolari, rifiutando qualsiasi trattativa per la sua dismissione.
Rifondazione comunista a Roma ha bisogno di una svolta. Gli avvenimenti della lotta di classe in questo paese, a partire da Pomigliano in poi, ci offrono il terreno migliore per praticarla: chiudendo definitivamente la stagione degli accordi con il centrosinistra e ricostruendo un nostro profilo alternativo, pienamente in grado di essere un punto di riferimento per la sinistra di classe, nel campo del 16 ottobre.