Nuovo ministro, stesse politiche: ci avrete sempre in lotta!
La Gelmini non sarà di nuovo Ministro dell’istruzione. Fine delle buone notizie.
La Gelmini non sarà di nuovo Ministro dell’istruzione. Fine delle buone notizie.
“Pensate di mettere i bambini di sette anni a fare un esame: è barbaro. Ha portato a indicazioni di stress, a bambini che soffrono di insonnia, che chiamano la linea telefonica Childline”. Con queste parole, dense di umanità, si espresse nel 2004 l’insegnante britannica Jane Bassett in un convegno organizzato dal comitato genovese per la difesa del tempo pieno.
Il solco lasciato dal governo dei professori rispetto all’istruzione è quello della “meritocrazia”, una favola a cui nessuno crede più in una fase in cui siamo tornati alla scuola dei ricchi e a quella dei poveri. Il percorso è stato lungo e tortuoso, ma alla fine sono riusciti a smantellare gran parte di quello che un tempo era l’istruzione di massa. Per quanto riguarda l’università perfino la nomenclatura accademica è costretta ad ammettere lo stato disastroso in cui versano gli atenei del paese.
Crema - Nei mesi scorsi in molte scuole è partito un boicottaggio dei contributi scolastici facoltativi, ritenuti esosi e lesivi del diritto allo studio.
Comunicato del Collettivo Pantera - Sempre in Lotta
Le cariche della polizia all’interno della Statale che abbiamo visto ieri sono un fatto molto grave, che a memoria ha un solo precedente negli ultimi 10 anni. Per entrare in università la polizia deve essere chiamata dal rettore, di conseguenza l’amministrazione universitaria ha piena responsabilità di quanto accaduto.
Sul numero chiuso alle superiori
Tutto ciò che i governi degli ultimi anni non sono riusciti a fare per distruggere la scuola pubblica attraverso la porta d’ingresso principale delle controriforme, è avvenuto attraverso l’uscita di servizio, ovvero l’autonomia scolastica. Attraverso questa, ogni dirigente scolastico può fare nel suo istituto i suoi attacchi al diritto allo studio.
Il processo di smantellamento dell’istruzione pubblica è quasi giunto a conclusione. Gli ultimi tagli dei trasferimenti statali alle scuole sono stati così micidiali da introdurre quasi dappertutto l’ormai famoso contributo scolastico, un versamento che le scuole richiedono per il mantenimento dell’attività scolastica. In teoria è facoltativo, nella pratica è diventato obbligatorio poiché, senza di esso, le scuole fallirebbero.