Un giornale greco ha pubblicato un’intervista ad Alan Woods. Si tratta di “Efemerida ton Syntakton” (“Il Giornale dei redattori”) (www.efsyn.gr), redatto da una cooperativa di giornalisti e lavoratori della stampa che lavoravano per lo più per il giornale di centro-sinistra “Eleftherotypia”, che ha chiuso nel 2011. Questo quotidiano , autogestito e autofinanziato, vende 25.000-30.000 copie al giorno.
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Il marxista britannico Alan Woods ritiene che i greci non abbiano espresso un voto tanto contro l’Europa in sé, quanto piuttosto contro lo strapotere delle banche e della Troika, un giogo che lui invita a scrollarsi di dosso. Propone un’alleanza tra Syriza e il KKE per l’attuazione di un programma socialista.
Lei è favorevole all’Europa unita, ma, come lei stesso ha sottolineato, “questo non si può ottenere su basi capitalistiche”. Qual è l’alternativa e in che modo la si può mettere in pratica?
AW: su basi capitalistiche non c’è futuro per la Grecia, né dentro né fuori l’Europa. Il problema non è l’Euro o l’Europa ma il capitalismo in sé. L’Unione Europea rappresenta le grandi banche e i monopoli, non la gente comune. Bisogna espropriarli tutti per mettere fine al caos, allo spreco e alla disoccupazione che sono conseguenze inevitabili della crisi del capitalismo. Solo così sarà possibile una pianificazione armoniosa che metta tutte le grandi risorse dell’Europa a servizio di tutti. Solo in questo modo possiamo mettere fine alle divisioni nazionali e agli antagonismi che hanno afflitto l’Europa per centinaia di anni e hanno causato due guerre mondiali. Il popolo greco ha pagato più di chiunque altro questa catastrofe. Prima della crisi la maggior parte dei greci era favorevole all’Europa. Credo che sia ancora così. Quello a cui la gente si oppone non è l’Europa in sè ma il governo delle banche e della Troika. È questo quello che dobbiamo rovesciare. La classe operaia greca ha interessi comuni con i lavoratori di Spagna, Italia, Portogallo e degli altri Paesi, che stanno lottando per un cambiamento della società. La creazione degli Stati Uniti Socialisti d’Europa sulla base di relazioni paritarie e fraterne sarebbe un esempio per i popoli di tutto il mondo. Sarebbe un gigantesco passo avanti verso il socialismo mondiale.
Secondo lei al momento nessuno dei partiti di sinistra presenti nei vari parlamenti d’Europa (Syriza compresa) rappresenta in modo adeguato il vero stato d’animo della società e il problema principale è la mancanza di una direzione rivoluzionaria. Cos’è esattamente questa “direzione rivoluzionaria”?
AW: quale sia lo stato d’animo del popolo greco ce lo dice un sondaggio d’opinione che indica come il 63% della popolazione vorrebbe un profondo cambiamento della società e il 23% si dichiara a favore della rivoluzione. Ancora nessun partito riflette questo stato d’animo. È ironico che proprio nel momento in cui il sistema capitalista sta collassando dappertutto, quasi tutti i leader della sinistra parlamentare abbiano abbandonato il socialismo per abbracciare il capitalismo. Dobbiamo lottare per ricondurre il movimento operaio alle idee di Marx, Engels, Lenin e Trotskij. Queste sono le uniche idee che ci possono portare fuori dalla crisi. Per farlo con successo i marxisti devono organizzarsi come tendenza all’interno delle organizzazioni di massa della classe operaia a livello nazionale e internazionale. Questo è ciò che stanno facendo la TMI e la sua sezione greca, la Tendenza Comunista di Syriza.
Ha recentemente messo in guardia sul fatto che se Syriza vincerà le prossime elezioni e seguirà poi una politica di riconciliazione con le banche e la Troika, si scatenerà nei suoi confronti una rabbia enorme e probabilmente il governo successivo in Grecia potrebbe vedere una coalizione con Alba Dorata. Quanto ritiene probabile uno scenario simile?
AW: un governo di Syriza si troverà davanti ad un bivio: o prenderà provvedimenti per abolire il potere economico del capitale o si troverà costretto ad accettare i diktat della Troika, dei banchieri e dei capitalisti e a mettere in atto ulteriori tagli. Questo provocherebbe una profonda demoralizzazione e una svolta a destra. La gente direbbe “Sono tutti uguali. Ci pugnalano tutti alle spalle”. Ne beneficerebbero Nuova Democrazia e Alba Dorata. A causa della profondissima crisi greca la borghesia non farà altro che portare avanti tagli sempre più drastici. Per farlo avrà bisogno di un governo forte, che molto probabilmente includerà anche Alba Dorata. Comunque non sarebbe un governo forte, ma un governo di crisi.
Con quali forze politiche e sociali dovrebbe allearsi Syriza dopo l’eventuale vittoria elettorale?
AW: Syriza dovrebbe basarsi sulla classe operaia e sulle masse popolari, che sono la fonte principale del suo consenso. La soluzione migliore sarebbe una coalizione tra Syriza e il KKE. In ogni caso il futuro di un governo del genere sarebbe completamente determinato dalle sue politiche e dal suo programma. Un governo formato da Syriza e Kke potrebbe approvare una legge delega per la nazionalizzazione delle terre, delle banche e delle grandi imprese sotto il controllo e la gestione dei lavoratori, espropriare i beni dei ricchi armatori e degli altri parassiti e prendere provvedimenti nella direzione di una pianificazione in senso democratico e socialista dell’economia. Questo probabilmente porterebbe le masse al di fuori del parlamento a mobilitarsi a sostegno di queste politiche, il che incoraggerebbe i lavoratori a prendere in mano la situazione, occupando le fabbriche e istituendo comitati di controllo operaio per impedirne la chiusura e il sabotaggio da parte dei padroni, come passo verso la nazionalizzazione. Questa è una precondizione necessaria per risolvere la crisi. Coinvolgendo tutte le forze produttive della società greca in un progetto socialista democratico, sarebbe possibile eliminare la disoccupazione e portare le forze produttive ad un livello nettamente superiore rispetto all’attuale. Solo in questo modo si potrà concretizzare l’enorme potenziale creativo del popolo greco.
La pagina di “Efemerida ton Syntakton” con l'intervista ad Alan Woods |
Ha concluso dicendo “Quello che è successo in Venezuela è stato una rivoluzione, dal momento che Chavez ha dato voce a chi non aveva voce”. In che modo definirebbe la Rivoluzione Venezuelana e pensa che questo modello sia applicabile in Europa?
AW: quello che c’è stato in Venezuela è stato una rivoluzione nel senso che ha risvegliato milioni di lavoratori e contadini alla necessità di un cambiamento della società. Il governo Bolivariano ha messo in pratica molti provvedimenti progressisti, ma c’è un problema. Non ha portato a compimento l’espropriazione dell’oligarchia. Questo è un errore fatale. L’intera storia dimostra che non si può fare una rivoluzione a metà. Le conseguenze sono una situazione sociale caotica, la crisi economica, l’inflazione e il peggioramento delle condizioni di vita, in cui i capitalisti sguazzano sfruttando il proprio potere economico per sabotare la rivoluzione. Avevo avvisato Chavez di questo pericolo parecchio tempo fa. E questo serva da monito a Syriza su quello che può succedere se non viene perseguita una coerente politica socialista. È questa la lezione per la Grecia e per il resto d’Europa.
Che analisi fa di Alba Dorata? Quali sono le ragioni dietro la sua ascesa in termini di consenso e influenza?
AW: Alba Dorata è un movimento fascista che riflette la rabbia e la disperazione di un settore della piccola borghesia in condizioni di estrema crisi economica e sociale. I vecchi partiti politici sono screditati. La popolazione li accusa della crisi economica che ha fatto crollare le proprie condizioni di vita, mandato in rovina i propri affari e annientato il valore delle proprie pensioni. I demagoghi fascisti hanno approfittato del lusso di trovarsi all’opposizione, da cui hanno potuto dare voce al malcontento delle masse piccolo borghesi nei confronti dell’establishment politico senza doversi assumere nessuna responsabilità. Tuttavia non hanno una vera alternativa da offrire e continuano a difendere quel sistema capitalistico che ha portato la piccola borghesia alla rovina. Quando Alba Dorata entrerà a far parte di un governo, la sua base sociale potrebbe sparire con la stessa rapidità con cui è apparsa. Una coalizione di destra che comprendesse anche Alba Dorata porterebbe avanti tagli drastici e austerità. Un governo simile provocherebbe l’ intensificarsi della lotta di classe e probabilmente non durerebbe a lungo. Anzi, preparerebbe il terreno per una nuova e più marcata svolta a sinistra con implicazioni rivoluzionarie.
Intervistatore: Tassos Tsakiroglou