L'editoriale del nuovo numero di FalceMartello
Niente scioperi, niente malattia, mensa, orari, diritto di sciopero e diritti sindacali. E chi non ci sta, fuori dai piedi. L’ordine di Marchionne è stato recepito alla lettera da Federmeccanica che il 7 settembre ha disdetto il contratto nazionale dei metalmeccanici del 2008 firmato oltre che dalla Fiom anche da Fim e Uilm, e convalidato con un referendum in cui votarono 500mila lavoratori nelle fabbriche.
Il crepuscolo del berlusconismo
L’estate appena conclusa è stata testimone dell’esplosione della crisi
della coalizione di governo, e in primo luogo del Popolo delle Libertà.
Mentre scriviamo la crisi è nel pieno del suo svolgimento, e non
possiamo conoscerne gli esiti, ma siamo già in grado di affermare che
la destra che ne uscirà avrà un aspetto totalmente diverso da quello
cui eravamo abituati negli ultimi 15 anni, quelli del dominio
incontrastato di Silvio Berlusconi.
L’interevento di Marchionne al Meeting di Rimini organizzato da Comunione e Liberazione non lascia spazio a dubbi sullo scontro che si è aperto nei mesi scorsi, a Pomigliano prima e a Melfi dopo, nel più importante gruppo industriale italiano e sulla determinazione dell’amministratore delegato della Fiat ad andare fino in fondo.
Ripartire dal conflitto, Pomigliano insegna!
Si è costituita martedì 6 luglio a Roma, davanti a una platea di diverse centinaia di delegati, la nuova area programmatica La Cgil che vogliamo. Obbiettivo dell’area è dare continuità alla mozione che nel congresso ha portato avanti una posizione alternativa alla linea concertativa sostenuta dalla maggioranza raccogliendo oltre 300mila voti.