La soluzione proposta dalla destra per uscire dalla crisi è molto semplice: i responsabili sono gli immigrati che arrivando a milioni sul suolo italiano, rubano lavoro, casa e fidanzate agli italiani e sono responsabili di ogni tipo di crimine immaginabile. Sparare a zero contro gli immigrati, meglio se clandestini sembra la tattica giusta per aumentare il proprio consenso soprattutto in periodo elettorale.
L’estrema destra, la Lega, il Partito della Libertà e anche il Partito Democratico hanno marcato la distanza con gli immigrati, hanno “etnicizzato” il crimine, giocando così con le emozioni e sensazioni di paura della popolazione. Perfino Fassino e Chiamparino hanno dichiarato il loro assenso alla politica del respingimento verso la Libia di Maroni e compagnia bella. Questa non è altro che la base ideologica per sostenere che gli immigrati producono insicurezza e per questo devono essere cacciati, questo è la base per espandere la guerra fra i poveri e scaricare così la responsabilità della crisi. Questa è la proposta della Lega, difensore del capitalismo, che ogni giorno di più stringe un patto di ferro con Berlusconi.
Gli immigrati non hanno inventato lo stupro sulle donne, non hanno creato la criminalità. La criminalità è l’effetto della disuguaglianza sociale generata per la logica del capitalismo. In aggiunta a questo concetto più generale, guardiamo la realtà: i reati in questo paese sono in diminuzione. Rispetto al 2007 “nel 2008 i borseggi, ad esempio, sono arretrati del 24%, gli scippi sono scesi del 21% sotto il tetto dei 10mila episodi denunciati. I furti d’auto sono scesi del 19%, (…) diminuiscono le truffe (-21%, 52mila denunce), le rapine (-11%, sotto 24mila casi), scendono anche furti in casa, anche se solo dell’8%.” (fonte: sito web del ministero dell’Interno). Non c’è dunque alcun bisogno di inasprire la repressione, la campagna mediatica serve solo a coprire i reali problemi che colpiscono milioni di lavoratori italiani e immigrati.
Ricordiamo brevemente i punti principali del decreto. Viene introdotto il reato di immigrazione clandestina, con pagamento di un’ammenda che va dai 5 ai 10mila euro. Si può trattenere un “clandestino” fino ai sei mesi nei nuovi Cpt che ora si chiamano Centri di identificazione ed espulsione. Sarà possibile denunciare gli immigrati clandestini che accedono alle cure mediche da parte del personale sanitario, mentre aumenta la tassa per il permesso di soggiorno che passa da 80 a 200 euro.
Non si può che esprimere una posizione di totale ripudio a questa norma che significa sicurezza per i padroni e insicurezza per i lavoratori immigrati.
Il decreto sicurezza non è altro che uno strumento di dominio e repressione contro le fasce più deboli di questa società. Questo decreto genererà più clandestinità e maggiore insicurezza fra i lavoratori immigrati. Il condizionamento del permesso di soggiorno al lavoro fa sì che i lavoratori diventino più ricattabili, qualcosa di ironico in questi momenti dove ogni giorno aumentano cassa integrazione e licenziamenti e si generalizza la precarietà.
È paradossale che lo stato mostri tutta la fierezza dei propri muscoli contro gli immigrati che producono ricchezza non soltanto economica, ma anche culturale ed umana mentre mostrano il sorriso più smagliante ai grandi imprenditori e alle banche. Anche questa è una prova del carattere di classe dello stato.
Il capitale cinese emigra verso gli Stati Uniti, il capitale degli Usa verso imprenditori italiani, il capitale italiano migra verso la Polonia e altri paesi. Quindi per la logica del capitalismo l’emigrazione è valida quando permette fare crescere i loro guadagni. Possono circolare liberamente le merci, il capitale, però non i lavoratori immigrati. Questa è la ipocrisia della democrazia, l’ipocrisia di Bossi, Fini, Maroni e Berlusconi, senza dimenticare Turco e Napolitano.
L’unica sicurezza che hanno i lavoratori italiani ed immigrati è che la lotta paga. Lottare per difendere e conquistare diritti è segno di civiltà, non farlo sarebbe ingiusto. L’unica sicurezza che hanno i lavoratori è costruire una nuova società dove non ci sia spazio per sfruttatori, corrotti e corruttori. Una società comunista.