REGGIO EMILIA – Dal 3 giugno un gruppo di lavoratori della Ceramica Majorca, a Bosco di Scandiano, sta bloccando i cancelli dell’azienda.
Il picchetto, che dura ormai da un mese e viene fatto su turni dai lavoratori per coprire le 24 ore, ha lo scopo di non far uscire i bancali di piastrelle parcheggiati nel piazzale antistante i capannoni dell’azienda. Questi bancali sono il vero nodo del contendere, nel braccio di ferro tra i lavoratori e l’azienda. Sono l’ultima partita di piastrelle prodotta dalla ceramica e rappresentano l’unica ricchezza concreta attualmente disponibile. L’azienda infatti non vanta altro che debiti e ha già aperto le procedure per la cessazione totale dell’attività, tra cui la richiesta di cassa integrazione straordinaria per tutti i dipendenti. Il problema è che una parte consistente di questi debiti li ha proprio nei confronti dei 78 lavoratori, che non percepiscono lo stipendio da febbraio e che non hanno preso la tredicesima del 2013.
La situazione attuale della ceramica Majorca non è però un fulmine a ciel sereno. Da tempo il lavoro nello stabilimento non procede come dovrebbe e già verso la fine del 2013 c’era stato un primo blocco della produzione dovuto alla mancanza di materie prime, bloccate da fornitori che rivendicavano pagamenti arretrati.
Nei primi mesi di quest’anno ulteriori rivendicazioni di credito da parte di altri fornitori hanno determinato una crisi di liquidità, aggravata dalla chisura delle linee di credito da parte delle banche. Ciò nonostante i padroni hanno scelto di continuare a produrre pur sapendo di non poter pagare gli stipendi dei lavoratori.
Oggi quindi davanti ai cancelli della fabbrica si svolge un duro confronto, un braccio di ferro che vede contrapporsi interessi diametralmente opposti tra loro, una rappresentazione nitida di quanto la lotta di classe sia un fatto estremamente concreto. Da un lato ci sono i padroni dell’azienda, che rivendicano la possibilità di far uscire la merce dall’azienda per poter accumulare un minimo di liquidità e poter così accedere alle procedure di concordato; dall’altro ci sono i lavoratori, che non percepiscono lo stipendio da cinque mesi e che, giustamente, non sono disponibili a far uscire la merce, a meno che i ricavati non siano utilizzati per pagare quanto loro dovuto. I lavoratori hanno fatto bene a mettere in campo un’azione decisa perché l’alternativa sarebbe stata semplicemente lasciare che l’azienda facesse i suoi comodi, rimandando all’infinito il pagamento degli stipendi.
Nei giorni scorsi si è arrivati addirittura a coinvolgere le forze dell’ordine, chiamate dai padroni per forzare il blocco e far partire un camion carico di piastrelle. Ma i lavoratori non si sono fatti intimidire e hanno letteralmente offerto i loro avambracci alle manette dei carabinieri, dimostrando tutta la loro determinazione. A fronte di ciò, i pubblici ufficiali hanno dovuto fare marcia indietro e il camion non è partito. Forse a dare forza e coraggio ai lavoratori sono state le tante manifestazioni di solidarietà, tra cui anche una cena organizzata dal sindacato che nei giorni precedenti ha visto partecipare più di 150 persone. Dimostrando ai lavoratori che non sono soli e che chi lotta con forza e determinazione può suscitare solidarietà e simpatia tra tutti i lavoratori.
Ad oggi la situazione non è ancora risolta, ma i lavoratori della ceramica Majorca, che continuano il blocco 24 ore al giorno, hanno dimostrato di avere la tempra per resistere e per vincere questa lotta.